Storia Segreta (racconto)

(il diario di Shiho Kudo)

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    Eccoci alla nostra nuova avventura. Rispetto alla tetralogia Il ritorno dell'Oscurità, questo è un racconto autonomo (non è pertanto strettamente necessario conoscere quella storia per leggere questa, sebbene inserisco i collegamenti necessari), tuttavia condivide con le avventure precedenti i personaggi di fondo e gli elementi di contorno. Per semplificare il tutto possiamo dire che Shinichi e Shiho si sono sposati ormai trent'anni fa ed hanno tre figli, Ran (la primogenita), Akemi e Conan. Nella tetralogia abbiamo assistito al matrimonio della nostra coppia ed alla nascita dei vari figli, tra una disgrazia e l'altra; al contempo i Mib sopravvissuti alla distruzione dell'Organizzazione hanno attaccato i nostri (nel primo racconto è stato Bourbon, nel secondo Chris Vineyard, figlia di Vermouth, poi è toccato ad Ataru, il figlio segreto che Shiho aveva avuto da Gin che l'aveva violentata, per finire nuovamente con Chris, evasa di prigione). Sono passati 20 anni dall'epilogo di Vendetta Privata e nuovi eventi, questa volta estranei ai Mib, ormai definitivamente scomparsi, giungono a turbare la pace dei Kudo.


    Parte prima - Ombre dal passato #entry506393828
    Parte seconda - Una nuova minaccia #entry511730427
    Parte terza - L'ombra dell'Organizzazione #entry519828113
    Parte quarta - Vendetta privata #entry511730427
    Special (prequel) - Ossessione mortale #entry555420785


    Prima Parte - Shinichi

    Capitolo 1: Cominciamo da Zeus #entry538395403
    Capitolo 2: L'attore #entry538660988
    Capitolo 3: Novità #entry538867288
    Capitolo 4: Nubi all'orizzonte #entry539138750
    Capitolo 5: Notte movimentata #entry539340485
    Capitolo 6: Al parco #entry539585103
    Capitolo 7: Paparazzi #entry539765206
    Capitolo 8: Malore #entry539960117
    Capitolo 9: Guerra! #entry540240581
    Capitolo 10: Incontri #entry540240581


    Seconda Parte - Shiho

    Capitolo 11: Il contrattacco di Shiho #entry540502832
    Capitolo 12: Prigionieri #entry540502832
    Capitolo 13: Liberazione #entry540970837
    Capitolo 14: La vendetta di Shiho #entry541124445
    Capitolo 15: Una richiesta inaspettata #entry541250861
    Capitolo 16: Preparativi #entry541600170
    Capitolo 17: Incontro al museo #entry541832300
    Capitolo 18: Ritorno a casa #entry542115710
    Capitolo 19: Dubbi e preparativi #entry542343263
    Capitolo 20: La cosa più importante #entry542613681
    Capitolo 21: Tanabata #entry542823323
    Capitolo 22: Si ricomincia #entry543087542








    STORIA SEGRETA
    (Il diario di Shiho Kudo)




    Prima Parte - Shinichi


    Capitolo 1 Cominciamo da Zeus

    Haido Hotel, Giugno 2046

    Caro Diario,
    da diversi anni, ormai, ho intrapreso la carriera di scrittrice di gialli; ho ottenuto parecchio successo, togliendomi anche qualche soddisfazione professionale. Eppure, in tutto questo tempo, non ho mai sentito la necessità di affidare i miei pensieri più intimi alla carta; non ho mai scritto un diario. Non l’ho fatto quand’ero ragazza, contrariamente a quello che facevano le mie coetanee, non l’ho fatto da adulta e nemmeno da sposata.

    Probabilmente la mia formazione scientifica, ed il vivere costantemente in un mondo di ferocia ed oscurità hanno inibito la parte più intimistica del mio essere e l’hanno inaridita. Come si fa a mettere nero su bianco i propri sentimenti quando si vive in mezzo all’inganno, alla menzogna, alla morte, al male? Ho sempre pensato che il posto più sicuro dove conservare i propri ricordi, le proprie aspirazioni, i propri giudizi e valutazioni sul mondo che ci circonda fosse la propria mente; nessuno, nemmeno il tuo più feroce nemico, può rubarti ciò che conservi nella tua testa, può annientare il tuo cervello, ma non può usare i tuoi pensieri personali contro di te. Un diario può essere sottratto e fatto arrivare a chi non dovrebbe, la propria mente no!

    La mia vita accanto a mio marito ha poi reso superflua la stesura di un diario; ero appagata, come donna, come madre, come persona di successo, a cosa serviva un muto confidente del mio Io? Avevo un dubbio? Shinichi era lì a fugarlo. Ero triste? I miei figli mi ridavano il buon umore. Perché scrivere un diario? Al fianco di mio marito ho visto tante volte delitti perfetti crollare perché l’assassino aveva scritto troppo sul proprio diario. Un pensiero confidato ad una pagina bianca l’aveva alla fine tradito; il suo silente compagno di mille notti d’angoscia, all’ultimo, l’aveva accusato.

    Molto meglio, quindi, conservare ogni pensiero ed ogni dubbio dentro di sé. Allora, cosa sto facendo?

    È difficile da spiegare. Sono qui, nella stanza 1246 dell’Haido Hotel, ho i bagagli al mio fianco, ho tutta la mia vita racchiusa in un paio di valigie … e sono sola. Giunta a 55 anni d’età, dopo una lunga ed appagante vita privata e pubblica, mi ritrovo in un albergo … da sola. Mio marito non è con me! Non stiamo partendo per una seconda luna di miele, come tante volte avevamo progettato, non stiamo indagando su qualche riccone morto in questo edificio. No, sono sola e Shinichi è lontano. Perché sono sola? Temevo questa domanda, temevo che tu, Diario, la facessi al mio posto; e temo me stessa per la risposta che mi devo dare:

    La fonte della mia vita, il grande detective dell’Est, l’Holmes del XXI secolo, mio marito, Shinichi Kudo, mi ha tradita ed abbandonata per stare con una ragazzina che ha meno della metà dei suoi anni.


    So che la notizia ti sconvolgerà, del resto ha sconvolto anche me, che ancora adesso, mentre vergo queste parole, non riesco a credere a quanto appare sul monitor del mio portatile. “Com’è possibile che Shinichi ti abbia tradito? Forse hai frainteso un gesto, qualcuno ti ha preso in giro o ti vuole male. Non dimentichiamo il caso di Sonoko di venti anni fa!”

    Vorrei che fosse così, caro Diario, lo vorrei veramente. Ma non ho frainteso delle foto inviatemi da un anonimo che si voleva vendicare, non ho captato frasi parziali che potevano essere intese in modo diverso. No! Ho le prove di quello che scrivo, le prove fornite non solo dai giornali scandalistici che riportano la notizia a caratteri cubitali “Shinichi Kudo tradisce la moglie!”, ma offertemi gentilmente da mio marito stesso, se ancora lo posso considerare tale.

    Vorrai, caro Diario, sapere cos’è accaduto. Lo vorrei capire anch’io; ed è per questo che ho deciso di mettere tutto per iscritto, pur sapendo che mai nessuno leggerà questo testo. Forse, scrivendo ed analizzando al contempo gli eventi, riuscirò a capire meglio ciò che è accaduto e come sia potuta finire così una storia d’amore che era durata per tre decenni.

    Una volta ho letto che un poeta dell’antica Grecia, dovendo scrivere un poema astronomico, decise d’iniziare il suo canto con le parole: “Cominciamo da Zeus”, perché tutto deve cominciare dal principio, dal padre degli dei. La frase divenne proverbiale ed in effetti è corretta, oltre che saggia. Se devi raccontare una storia, lo devi fare dal principio e proseguire poi fino alla fine, pertanto, bando agli indugi e cominciamo da Zeus!




    Non è facile risalire all’origine di questa storia. Forse, ed è paradossale doverlo ammettere, la causa prima di tutto fu nostro figlio più piccolo, Conan, che una mattina si presentò da suo padre con una richiesta. Era una domenica di Maggio e la famiglia si dedicava alle solite attività: io ed Akemi eravamo nel nostro laboratorio sotterraneo, quello che Shinichi chiama, con la sua solita ironia, l’Antro. Mia figlia stava preparando la tesi finale per accedere al dottorato di ricerca alla facoltà di chimica ed io le davo una mano (alcuni potrebbero considerare questo nepotismo o favoritismo ma non mi interessa: è mia figlia!). Ran, ormai laureata in giurisprudenza e dopo aver seguito un duro corso in tecniche investigative all’FBI a Los Angeles, grazie all’interessamento della direttrice dell’agenzia federale americana, la nostra vecchia amica Jodie, era divenuta a tutti gli effetti il braccio destro, anzi la socia, di suo padre. Dovevi vederli, quei due, partire in quarta per risolvere l’ennesimo delitto; non c’era criminale, incallito o improvvisato, che sfuggisse loro: ero quasi gelosa di quel legame speciale che univa Ran e suo padre sul campo lavorativo.

    So che non dovrei parlare così di mia figlia, eppure loro due formavano una coppia investigativa incredibile; a cosa serviva Watson se Holmes poteva cooperare continuamente con Mycroft? Ma ero al contempo felice nel sapere che mia figlia aveva trovato la sua strada nella vita e, perché no?, ero anche orgogliosa del piccolo genio investigativo che era divenuto un tal supporto per suo padre, tanto quanto io non sarei mai stata.

    Nonostante tutto, comunque non avevo voluto rinunciare alla mia attività di assistente di mio marito (di cui rimanevo l’unica biografa), negli anni pertanto il dinamico duo s’era tramutato nel rampante trio con l’aggiunta di un terzo scrittoio in biblioteca. Del resto nostra figlia svolgeva egregiamente il suo compito e mi garantiva la continua sorveglianza sul suo scapestrato genitore, riuscendo a tenerlo al riparo dai guai più grossi; infatti, se c’era un posto troppo pericoloso, Ran impediva in ogni modo a suo padre d’andarci, non fosse altro perché ci voleva andare lei (che del padre non aveva perso un pelo per carattere e testardaggine)! Questa era un’ottima cosa, soprattutto quando non potevo essere presente per il mio lavoro in facoltà o di scrittrice di successo: ero certa d’avere una valida sostituta che tenesse sotto controllo quel pazzo scriteriato che io insisto nel chiamare marito.

    Quella mattina, quindi, mentre la signora Yonehara si occupava delle questioni domestiche, tornò a casa, senza alcun preavviso, nostro figlio Conan.

    L’ultimo nato della mia nidiata, aveva ormai 22 anni, assomigliava incredibilmente a suo padre in quanto ad aspetto fisico, ma non ne aveva ereditato i gusti macabri; del resto non aveva preso la passione per la scienza o la scrittura da me. No! Il signorino, finite le superiori c’aveva comunicato di voler diventare un attore, come sua nonna Yukiko.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:


    “Una mia compagna di scuola; è giapponese come me e così abbiamo legato subito. È quella che ha impersonato Giulietta: si chiama Sheryl Nome”.


    Edited by Haibarafan - 16/7/2014, 13:33
     
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    Hai un nuovo lettore! XD

    Devo dire che sei davvero bravissimo a scrivere le storie *-*
    Mi sto rimettendo in pari con tutte... davvero,storie bellissime *_*

    Continua cosi!! ^_^

    Ed ora a leggere questa! XD
     
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    Shinichi ha tradito Shiho? What?!? :angry: spero davvero che sia più che innocente, perché Otelma ha ancora parecchio spazio per scavare :knf: :knf:
    A parte questo, complimenti, hai reso benissimo Shiho, sembra davvero di leggere qualcosa scritto da lei, almeno secondo me =)
     
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    Per questa nuova storia ho scelto il diario, così vedremo il tutto in modo assolutamente parziale, solo dal lato di Shiho e vedremo quali sono i suoi pensieri. Lo dicevo io che vi sareste infuriate! Ma mantenete la calma, ne accadranno di cose...

    Ringrazio l'amico expert001 per i complimenti e benvenuto.

    Edited by Haibarafan - 12/7/2013, 17:42
     
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    Che ha fatto quel tonno ormai avariatooo?...No non ci posso credere..ci sarà una spiegazione..ci sarà o andrà a trovare Chris e compagnia all'inferno :knf:
    Formidabile la trovata del diario*-*sarà ancora più coinvolgente sapendo che il tutto è visto con gli occhi di Shiho..(che si sarà sbagliata su tonno no?dopo tutto quello che hanno vissuto insieme...io non ci credo..capo chissà che ti sei inventato per farci morire di crepacuore stavolta... :shifty: )
    Aspetto il seguitoooXD(intanto per ogni evenienza che Kaito inizi a scavare.......... :devil: )
     
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    Sapevo che avrei attirato la vostra attenzione! Come spesso mi accade, lo spunto è nato mentre stavo scrivendo l'epilogo di Vendetta Privata; m'è piaciuto far parlare Shiho in prima persona in quel racconto ed ho valutato che scrivere un diario non fosse una cattiva idea. Ma perché una donna come Shiho dovrebbe scrivere un diario? Semplice, perché il marito le ha stampato un paio di corna da cervo alpino! :asd:

    Non l'ho specificato, ma gli aggiornamenti sono, come sempre, mercoledì e domenica. Quindi ci vediamo domenica con il cap. 2.

    Ps non vi preoccupate, il signor Kudo, questa volta non la passerà liscia; l'ha fatta troppo grossa per uscirsene con un "mi dispiace"!
     
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    Eccoci al capitolo 2. Cosa ci racconterà Conan? Ci si vede mercoledì.


    Capitolo 2 L’attore

    Conan aveva fatto assiduamente parte del club di teatro del Teitan fin dalle elementari. Avevamo pensato che fosse una passione infantile, un modo per distinguersi dalle sorelle maggiori (geni della scienza e della deduzione) e dai suoi genitori. E lo lasciammo fare.

    Enorme fu la nostra sorpresa quando il nostro ometto ci comunicò di non voler andare all’università, di voler diventare attore professionista, di voler andare a studiare in America e che di tutto questo ne aveva già parlato con la nonna che aveva dato tutto il suo appoggio.

    Suo padre divenne una furia, anch’io m’arrabbiai moltissimo: con Conan che c’aveva tenuto all’oscuro di ogni cosa ed anche con Yukiko che l’aveva appoggiato di nascosto. Shinichi prese il telefono e buttò giù dal letto sua madre, incurante del fuso orario con Los Angeles.

    Non udii mai mio marito litigare in modo tanto violento con mia suocera che egli, da bravo figlio, adorava sopra quasi ogni cosa.

    Yukiko, però, non era donna da farsi rimproverare da alcuno; non c’erano mai riusciti i registi che avevano lavorato con lei, né suo marito (che aveva da anni rinunciato ad opporsi ai capricci della sua consorte). Ovviamente non ci riuscì nemmeno suo figlio; dopo la telefonata si giunse al compromesso che Conan sarebbe andato all’Actors Studio di Los Angeles, dove sua nonna aveva diversi agganci e conoscenze, ed avrebbe provato a sfondare come attore; se non avesse concluso nulla sarebbe tornato a casa e si sarebbe iscritto all’università. Non ero molto convinta della cosa, ma il patto fu stilato e non mi volli opporre, del resto era il meglio che potessimo fare in quel momento.

    Trascorsero quattro anni. Quella domenica di Maggio, Conan, carico di bagagli, tornò a casa dall’America e presentò a suo padre ed a me i risultati del suo duro lavoro.

    All’arrivo del ragazzo, Shinichi mi chiamò in laboratorio e mi chiese di salire in biblioteca. Lasciai Akemi a lavorare da sola e feci quanto chiestomi.

    Non sarei una madre, o sarei davvero snaturata, se non ammettessi che m’emozionai come una bambina che scarta un regalo inatteso quando vidi il mio piccolo più grande e maturo di come l’avessi lasciato. Aveva i baffi, come quelli di suo nonno Yusaku, un forte accento americano ed un fare da John Wayne d’annata. Appena mi vide m’abbracciò con una stretta vigorosa, tale e quale a quella di suo padre alla sua età; mi sciolsi in lacrime.

    “Non fare la svenevole, mamma!”, mi rampognò quello sfacciato, “sono venuto in Giappone per prestar fede al nostro patto ed ho portato questo dvd come prova di quello che ho ottenuto. È la registrazione, fatta dalla nonna, dei miei progressi d’attore. Questo è il Romeo&Giulietta di Shakespeare messo in scena dalla scuola; io sono Romeo”.

    Detto ciò inserì il dvd nel lettore; io chiamai Akemi e la governante, Ran era già in biblioteca, e ci sedemmo sui divani per assistere alla recita del mio bambino. Fu un’interpretazione da Oscar.

    “I miei maestri sono molto soddisfatti di quanto ho fatto durante il corso, a Settembre mi diplomerò e sarò un attore professionista, ma dovrò continuare gli studi con un corso aggiuntivo. Anche la nonna mi ha fatto i complimenti”.

    “Credi che baserò il mio giudizio su quello che dice quella delinquente di mia madre?”, ribatté Shinichi, “ho fatto le mie ricerche ed ho le mie fonti. Ho chiesto alla mia vecchia amica Hidemi Hondo della CIA di raccogliere notizie su tutti i tuoi docenti e sulla tua attività a scuola: tuo padre non ti ha mai lasciato solo!”

    “E cosa hai dedotto da tutto questo spionaggio?”

    “Che ti sei impegnato a fondo e con serietà e che gli appoggi di tua nonna non hanno per nulla influito sui giudizi dei tuoi insegnanti. Quello che hai ottenuto, l’hai conseguito con le tue forze. Shiho, vuoi concludere tu?”

    Avevamo già parlato della situazione di Conan nei giorni precedenti ed eravamo giunti ad un accordo, così presi la parola:

    “Io e tuo padre non siamo per nulla contrari alla tua carriera d’attore. Puoi diventare un grande nel tuo campo e non ti ostacoleremo. Auguri, amore della mamma!”

    Divenni nuovamente svenevole, come mi rimproverava quello sfacciato di mio figlio, e corsi ad abbracciarlo, mentre le sue sorelle e la governante si mettevano ad applaudire (la Yonehara, che lo conosceva da quando era nato, si asciugava gli occhi con il grembiule).

    “Avevamo già organizzato una cena per questa sera”, riprese mio marito, “ma sarà solo tra pochi, gli Hondo ed i Suzuki, tuo nonno Hiroshi infatti è in India con Fusae per la presentazione della collezione Autunno-Inverno, quindi non ci saranno. A questo punto la possiamo tramutare nei festeggiamenti per il tuo ritorno”.

    “Va bene”, rispose Conan, “però vorrei portare qualcuno”.

    Rimanemmo interdetti; nostro figlio mancava da quattro anni, chi poteva voler invitare alla cena tra amici intimi? Gli chiedemmo chi fosse.

    “Una mia compagna di scuola; è giapponese come me e così abbiamo legato subito. È quella che ha impersonato Giulietta: si chiama Sheryl Nome”.

    Suo padre gonfiò il petto come un pavone; solito cameratismo maschilista davanti al figlio che presenta una nuova conquista:

    “La tua ragazza?”, domandò tronfio e con gli occhi da birbante. Nostro figlio arrossì, come faceva da bambino, suscitandomi un’enorme tenerezza.

    “No, assolutamente, è solo una collega”.

    “Ma se l’hai baciata con trasporto nella recita!”, puntualizzò Akemi che voleva punzecchiarlo.

    Conan, allora, ci stupì. Afferrò una mano della Yonehara e la tirò a sé. Poi la guardò intensamente negli occhi e, con voce vellutata e sensuale, le disse:

    “Oh, Sakurako, è da tempo che voglio dirti ciò che provo nel cuore! Io t’amo, come mai ho amato alcuna. So che è una pazzia, le convenzioni sociali e la nostra età sono contro di noi, ma non posso farci nulla; temo però che tu mi disprezzi e mi odi! Mi odi, vero?”

    “No, no, io …!”, la nostra governante, presa alla sprovvista, bofonchiava monosillabi e rimaneva inebetita davanti al mio Brad Pitt.

    “Allora posso sperare che la nostra amicizia si tramuti in qualcosa di più profondo? Non illudermi! So che tu mi odi …!”

    “Io …”.

    “Ma ti farò cambiare idea con questo bacio, sigillo dei miei sentimenti per te!”

    Rimanemmo di sale. Conan s’avvicinò alla donna e la baciò intensamente sulle labbra, notai che le mordicchiava il labbro inferiore (come io faccio normalmente con suo padre; che abbia preso da me? E se è così, quando diavolo l’ha imparato? Allora ci spiava mentre ci baciavamo!), poi si staccò da lei. La governante, totalmente nel pallone, divenne tutta rossa, facendo unica tinta con i suoi capelli e rimase a bocca aperta, come tutti noi. La poveretta fu costretta a sedersi sul divano.

    “Visto? Stavo recitando! È lavoro, questo! Quindi non dite fesserie e non mettetemi in imbarazzo con Sheryl. Specialmente tu, papà!”

    Shinichi negò con il capo e garantì assoluta serietà. Quindi Conan telefonò all’amica dicendole di prepararsi per le sei, saremmo andati a prenderla.



    Erano quattro anni che non vedevamo il nostro piccolo. Dato il modo burrascoso con cui era iniziata la sua avventura da attore, Conan s’era imposto di non tornare da noi fino a quando non avesse ottenuto quello che desiderava. Certo, in America c’erano i suoi nonni, e Yukiko gli dava ogni appoggio possibile, materiale e morale, facendo di tutto per non farlo sentire da solo, ma quel testone di mio figlio, degno di suo padre, non aveva mai voluto recedere dalla sua idea: sarebbe tornato da noi solo e soltanto quando fosse divenuto un attore. Nemmeno a Natale era venuto a casa, se in estate andavamo dai miei suoceri in America, egli evitava di frequentarli fino alla nostra partenza. Capirai bene, Diario, quanto soffrissi, come madre, nel non vedere il mio pulcino per tutto questo tempo. Poi, finalmente, in quel mese di Maggio, lo riebbi con me.

    Mentre la Yonehara preparava la veranda sul giardino per la cena di quella sera, io decisi d’accompagnare mio figlio da questa sua famosa amica di scuola per conoscerla ed invitarla formalmente da noi.


    “Ammettilo, cara”, mi disse Shinichi quando mi vide pronta per uscire, “muori dalla curiosità di conoscere per prima questa ragazza; pensi che possa divenire nostra nuora e vuoi vedere chi ha osato mettere le mani sul tuo piccolino!”

    Iniziò a ridacchiare, ma lo fulminai con lo sguardo; mi dava i nervi quando intuiva quello che mi passava per la mente e poi me lo rinfacciava con quel suo fare da saccente “so tutto io”. Non volli dargli soddisfazione, evitati pertanto di rispondere, e raggiunsi Conan in garage. Prendemmo l’auto e ci immettemmo in strada.

    “In quale albergo alloggia la tua amica?”, gli chiesi per impostare il navigatore.

    “Quale hotel? Sheryl è di Tokyo, i suoi hanno una villa fuori città, verso la strada per Izu. Un gran villone sul mare. Ci sono stato l’estate scorsa per quindici giorni e …”.

    Devo confessare che frenai in modo molto brusco, se ci fosse stato traffico avrei causato un incidente:

    “L’estate scorsa eri ad Izu? E non sei passato a trovarmi? Ma che razza di figlio ingrato!”

    “Su, mammina, lo sai che sei la mia preferita, ma avevo promesso che sarei tornato solo quando fossi stato pronto a farvi ricredere; non potevo tornare prima e …”.

    “Sì, sì, naturalmente! Questa ragazza è più importante di tua madre, ho capito!”

    Tenni un po’ di finto broncio, fin quando Conan non mi diede un bacio sulla guancia e mi chiese scusa con quel suo tono da bimbo dolce che aveva sempre usato quando combinava una marachella. Come potevo rimanere in collera?

    Dopo un’ora di strada giungemmo alla villa della signorina in questione. Mio figlio le fece uno squillo con il cellulare e dopo qualche attimo il cancello automatico si aprì ed entrammo nel giardino.

    Devo ammettere che l’edificio era imponente; sorgeva in cima ad una collina da cui si vedeva il mare. Attorno non c’era nulla, un angolo di Paradiso solo per i residenti di quel palazzo; una scaletta conduceva dalla piscina alla spiaggia privata che si trovava ai piedi del colle.

    Posteggiammo e scendemmo dal veicolo. Ci venne incontro una ragazza di circa 20 anni, con lunghissimi capelli neri che giungevano fino alla schiena, occhi verdi ed un seno davvero prosperoso, tale da farmi provare una fitta d’invidia. Così, a prima vista, mi parve una ragazza un po’ vistosa e volgare (ma forse sono giudizi di una signora che ha superato i 50).


    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:


    Fu Toichi che aprì bocca per primo, mentre, Ran rimaneva al suo fianco con lo sguardo basso.
     
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    Conan è fantastico :lol: Con Sheryl sono solo colleghi, eh? :shifty:
    Nel prossimo capitolo arriva Toichi ** Quanto lo amo ^_^ Non vedo l'ora di mercoledì =)
    Appena Shinichi farà una mossa falsa, comunque, la rimpiangerà più di qualsiasi altra azione abbia mai commesso urahara
     
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    Conan, frequentando casa della nonna per quattro anni ha imparato la sfacciataggine dalla fonte stessa della sapienza!

    Vorrei sapere cosa si son detti Yukiko e Shinichi durante quella telefonata. Ma non temete, la nonna super sprint (spero che non mi senta) avrà ampio ruolo nella trama, come tutta la famiglia Kudo; sarà un racconto molto incentrato su questo gruppo, gli altri saranno quasi comparse.

    Mi immagino Conan che imita John Wayne, con i baffetti di nonno Yusaku e le movenze di Brad Pitt!
     
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    mi dispiace non ever commentato prima, ma ero momentaneamente senza computer
    allora... trovo che i capitoli siano davvero molto belli !!! ed è bello leggere la storia dal punto di vista della nostra Dea!

    anche se quel tonno rio mare ha letteralmente i giorni contati(a proposito, qualcuno ha già informato il mago Otelma che non può andare in vacanza perché ha del lavoro da svolgere?)

    comunque mi ha davvero sorpreso che Conan sia diventato attore, comunque spero che stare in compagnia di Yukiko non lo abbia influenzato del tutto!!
     
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    Conan mi sembra un personaggio veramente fantastico..lo abbiamo conosciuto da neonato e adesso è bello vederlo cresciuto e vederlo impegnarsi per realizzare i suoi sogni**
    Yukiko è sempre Yukiko..la vecchiaia sembra non averla scalfita minimamente :asd:
    Questa Shelyl già la vorrei trucidare...non so perchè.........sarà lei la spascia-famiglie della situazione? -_-
    Non vedo l'ora di rivedere Toichi e gli altriXD
    (si Kaito è stato avvertito....quest'estate qualcuno sarà seppelito....... :devil: )
     
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    Kid avrà altro da organizzare questa estate, temo che dovrò dargli un po' di ferie!
     
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    Ecco il nuovo appuntamento. Conosciamo un po' di più la giovane Sheryl ed andiamo a cena dai Kudo, ci saranno colpi di scena.


    Capitolo 3 Novità

    “Lei è la famosa Shiho Miyano? Sono Sheryl, mi fa tanto piacere conoscerla. Conan m’ha sempre parlato di lei, ed io sono una sua grande ammiratrice; sono emozionatissima di conoscerla”.

    Devo dire che mi sembrava più antipatica, ma quella sviolinata aveva avuto l’effetto desiderato: la ragazza ci sapeva fare!

    “Prego accomodatevi in casa. Scusate se non c’è nessuno, ma vivo sempre in America e non ho servitù. La mia famiglia è morta in un incidente tre anni fa e da allora uso la villa solo se vengo a Tokyo per le vacanze. Desiderate del tè?”

    C’eravamo diretti in salotto, un ambiente grazioso e molto pulito. Anche se la casa era chiusa per molta parte dell’anno, era chiaro che aveva qualcuno che s’occupava della manutenzione. Pure il giardino era perfettamente sistemato e le aiuole ben tenute. Mentre sorseggiavamo il tè, la giovane ci lasciò soli per finire di sistemarsi. Ritornò dopo quindici minuti, indossando un paio di pantaloni molto attillati che giungevano fino al ginocchio ed una camicetta. Quest’ultima non era abbottonata, anzi! Era semplicemente tenuta chiusa dai lembi inferiori che erano legati tra loro, la scollatura prodotta, molto generosa, metteva in mostra il suo petto; fossi stata sua madre l’avrei chiusa a chiave in camera sua. Dovetti dare una gomitata a mio figlio che s’era perso in quel mare di …, lasciamo perdere. La ragazza mi presentò un libro:

    “Il suo ultimo romanzo! L’ho divorato in tre giorni; mi potrebbe fare un autografo?”

    Ogni volta che decidevo che dovevo odiarla, se ne usciva con cose come queste ed io dimenticavo tutti i miei propositi. Le feci la dedica e salimmo in auto per andare alla cena.

    Durante il tragitto mi venne una domanda:

    “Scusa, ma Sheryl Nome non sembra un nome nipponico”.

    “È il mio nome d’arte; in verità mi chiamo Ami Kawashima”.

    “Allora ti posso chiamare Ami?”

    “Ma certo, signora”.



    Giungemmo a casa poco prima delle 20:00; gli ospiti erano già arrivati. C’era Sonoko con suo marito Makoto, la figlia più piccola, Ayako, ed il nipote Tetsuharu Tomizawa (da sempre innamorato di mia figlia maggiore); poi c’era Ran Mori con il suo consorte, Eisuke, ed il loro figlio Ethan jr.

    Sheryl fece scalpore tra i nostri amici. I mariti, compreso il mio, non le staccavano gli occhi di dosso (Eisuke, come suo solito, sbatté contro lo stipite della porta perché aveva camminato guardando in un’altra direzione rispetto al senso di marcia, un giorno o l’altro dovrò togliere quella porta!); Ethan si complimentava con Conan, mentre le ragazze osservavano la nuova arrivata con sguardo indagatore: evidentemente stavano valutando se la giovane fosse più o meno bella di loro, quali fossero i suoi punti di forza e quali i difetti (specialmente come li camuffasse).


    La cena fu servita quasi subito dall’impeccabile Yonehara che era sempre efficiente. Avevamo appena finito di mangiare, quando suonò il campanello, Sakurako andò ad aprire ed il nuovo ospite si presentò davanti alla nostra comitiva suscitando il malumore di Tetsuharu, era infatti il suo arcinemico di sempre: Toichi Kuroba. Il giovanotto, per una volta, sembrava aver lasciato a casa la sua sbruffoneria e pareva molto teso, aveva in mano un bel mazzo dei miei fiori preferiti, le rose rosse, e, per prima cosa, me lo consegnò con un profondo inchino (non aveva mai fatto una cosa simile da quando lo conoscevamo). Mia figlia Ran gli andò incontrò, gli diede un bacio sulla guancia e, tenendolo per mano, lo fece avvicinare a noi. Io e mio marito ci guardammo negli occhi perplessi; mia figlia, per quanto esuberante come suo padre, non s’era mai comportata così ed il tutto ci lasciava sconcertati. In effetti fu Toichi che aprì bocca per primo, mentre, Ran rimaneva al suo fianco con lo sguardo basso:

    “Signori Kudo, ho discusso per molto con Ran su quello che avrei dovuto dire in questa occasione, ma ora … ho dimenticato tutto il discorso!”, a questo punto mia figlia alzò il capo e lo guardò smarrita, egli proseguì: “Vi posso dire solo questo: amo Ran da quando l’ho conosciuta a scuola e voglio vivere con lei per sempre. Quindi, signori Kudo, vi chiedo ufficialmente la mano di vostra figlia!”

    Detto ciò, il giovanotto, stringendo la mano della mia piccola fino a farla diventare rossa, compì un profondo inchino e si bloccò in quella posizione. Tutti noi rimanemmo attoniti. A metà discorso, devo essere sincera, avevo sospettato dove il giovanotto volesse andare a parare, inoltre avevo notato da qualche tempo che tra i due ragazzi c’era del tenero e m’ero, in parte, preparata alla richiesta (era anche chiaro che il bouquet di rose doveva essere un’idea di mia figlia che voleva addolcirmi con i miei fiori preferiti). Sarei una bugiarda se negassi d’essermi emozionata tantissimo, più di quanto avessi fatto tre decenni prima quando tale richiesta fu rivolta dal mio fidanzato ad Hiroshi Agasa; oltre alla gioia ed allo stupore, c’era, infatti, una cosa che mi rendeva agitata. Mi voltai verso Shinichi: come c’era da immaginarsi, egli non aveva capito il problema fino all’ultimo secondo. Perché deve essere così tonto? Tutti rimanemmo con il fiato sospeso; mio marito, alla fine, si voltò verso di me e mi guardò. Mi fece tenerezza! Aveva lo sguardo di un bambino a cui vogliano portar via il suo bene più prezioso e che non sa cosa fare per impedirlo. Sembrava quasi che cercasse aiuto in me. Ma come potrebbe una madre andar contro ai desideri della propria figlia? Shinichi deglutiva a stento, il mondo, nella sua testa, s’era fermato. Di certo gli avevano rovinato la serata. Dovetti intervenire io:

    “Credo di poter parlare anche a nome di mio marito, quando ti dico, caro Toichi, benvenuto nella nostra famiglia!”

    Uno scrosciante applauso coprì quelle parole, Ran mi corse in braccio e m’abbracciò. Anche il suo fidanzato, alzato il capo, fece lo stesso, poi si rivolsero a mio marito che ancora, con sguardo smarrito, non si raccapezzava degli eventi. Toichi lo guardò e gli disse:

    “Papà!”

    Poi lo abbracciò. Shinichi si scosse e balzò in piedi; frenava a stento le lacrime, sembrava tremare. Tutti trattenemmo il respiro:

    “Non chiamarmi papà!”

    Per un attimo temetti che volesse combinare qualche guaio, ma poi lo vidi commuoversi e proseguire:

    “La mia bambina è divenuta una donna! Si sposa! Siate felici, ragazzi!”

    Tutti gioirono. Tutti, tranne Tetsuharu che divenne nero in volto e scappò via, senza che sua zia Sonoko potesse fermarlo. Povero ragazzo, aveva capito da tempo che mia figlia, dietro ai mille battibecchi che aveva con il giovane Kuroba, nascondesse per lui un forte sentimento, ma, suppongo, sperava di riuscire un giorno a conquistarla. S’era impegnato tanto per essere sempre il primo in tutto, nello sport come a scuola. S’era laureato in economia e commercio con il massimo dei voti ed aveva iniziato a lavorare nella Compagnia di famiglia; era un ottimo partito, ma mia figlia aveva scelto un astro nascente della prestidigitazione.

    Superato il colpo, mentre Shinichi sorseggiava la sua bevanda fresca, credo per riprendersi dal trauma, io feci accomodare i ragazzi e chiesi quando volessero sposarsi. Fu Ran a rispondere, facendo strozzare quasi suo padre:

    “Il 7 Luglio!”

    “Di quale anno?”, chiese il mio consorte.

    “Di questo!”, rispose, sfacciata, sua figlia.

    “Ma, tesoro della mamma, c’è poco più di un mese. Perché tutta questa fretta? Non vi insegue nessuno!”

    “Intanto è il giorno delle vostre nozze e voglio che diventi quello delle mie! Quale giorno migliore del trentesimo anniversario di matrimonio dei miei genitori per sposarmi?”, questa sua scelta mi fece commuovere: sposarsi lo stesso giorno dei suoi genitori, che tenera!

    “E poi, in verità … qualcuno ci insegue!”, e così dicendo si pose una mano sul ventre.

    Questa volta, per una volta in vita sua, fu mio marito a capire tutto prima degli altri, e dopo tre figli volevo ben vedere!, scattò in piedi e, quasi urlando, disse:

    “Sei incinta?”

    “Di tre settimane!”

    “Ma è una vergogna, uno scandalo! Non ti facevo così … così …”.

    Dovetti intervenire, prima che gli venisse un colpo:

    “Falla finita, Shinichi, non ti dimenticare che nemmeno noi abbiamo aspettato il prete”.

    “Esatto, papà, io ero in braccio alla nonna quando vi siete sposati!”, puntualizzò mia figlia.

    “E va bene, va bene. Quindi diventerò nonno!”, sembrava che avesse assimilato la notizia, “vuol dire che domani andrò a parlare con tuo padre, dovremo discutere mille cose. Spero che non sia in giro per qualche spettacolo”.

    “No, in questi giorni è a casa. Gli dirò che lo va a trovare”.

    Nemmeno a dirlo, Ayako Suzuki s’avvicinò a Ran e le chiese di farle da damigella. Mia figlia accettò e chiese a sua sorella Akemi d’essere la seconda dama. La mia secondogenita accettò con un’alzata di spalle (suppongo che reputasse il tutto una noia mortale. Ma da chi avrà preso quella benedetta ragazza?).

    “Domani telefonerò a nonna Fusae e le chiederò di prepararmi l’abito nuziale. Lo voglio come quello tuo, mamma, bianco con un lungo strascico”.

    “Il bianco indica la purezza e la verginità; non è ridicolo, data la situazione?”

    “Shinichi!”, lo richiamai di nuovo, si stava tramutando in un vecchio brontolone con gli anni.

    A questo punto, Conan intervenne:

    “Non potreste far fare qualcosa anche alla mia amica?”

    La ragazza si schermì, non credeva fosse il caso, erano questioni personali. Ran si mise a pensare, ma fu Akemi a risolvere tutto:

    “Sheryl farà da seconda dama, io sarò la testimone di nozze”.

    Parve a tutti una buona idea e si decise in tal modo.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:


    Entrata in lavanderia vi trovai una camicia di mio marito con inequivocabili segni di rossetto sul colletto.
     
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    Questo è il primo commento qui e posso dire che l'idea del diario è grandiosa!!!
    Che bello vedere i personaggi seguiti da una vita (?) crescere e cambiare :cry:
    Mmm questa Sheryl penso sia proprio l'artefice del tradimento di Shinichi :sisi:
    Già mi era antipatica, quindi dritta sul Fuji :knf:
    Comunque la parte più bella è senz'altro Eisuke, un mito :rotfl:
    Non vedo l'ora del prossimo! :lol:
     
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  15. Shiho&Shinichi
     
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    Hai una nuova lettrice! :xd: Ho letto tutte le tue storie e le trovo bellissime, complimenti sono le piú belle su Shiho e Shinici che abbia mai letto. In questa storia però non posso credere che Shinichi ha tradito Shiho, spero sia solo un malinteso perchè se no, gli finisce male :knf: :knf: :xd:
     
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192 replies since 10/7/2013, 10:00   8094 views
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