Una nuova minaccia (racconto)

Il continuo di Ombre dal passato

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    Ecco il primo capitolo del nuovo racconto. Questo è il continuo di Ombre dal passato; sono trascorsi cinque anni, nuove minacce s'addensano sulla famiglia Kudo. Il racconto non è ancora ultimato, quindi non garantisco un rilascio rapido dei vari capitoli, per ora ne ho scritti nove. Questa è la seconda parte di una tetralogia, le altre tre parti le trovate ai seguenti indirizzi (a questo gruppo si unisce uno special che condivide l'ambientazione ed i personaggi):


    Parte prima - Ombre dal passato #entry506393828
    Parte terza - L'ombra dell'Organizzazione #entry519828113
    Parte quarta - Vendetta privata #entry511730427
    Special - Storia Segreta, il diario di Shiho Kudo #entry538395403


    Capitolo 1 Ritorno a Beika #entry511730427
    Capitolo 2 Una nuova conoscenza #entry511903980
    Capitolo 3 Una richiesta d'aiuto #entry512032504
    Capitolo 4 Christine #entry512150155
    Capitolo 5 Chiarimenti notturni #entry512265586
    Capitolo 6 Fiori d'arancio #entry512303067
    Capitolo 7 Un ospite inatteso #entry512376460
    Capitolo 8 Promesse ed indagini #entry512474369
    Capitolo 9 Un nuovo detective #entry512564637
    Capitolo 10 Finesettimana ad Izu (1^ parte) #entry512695377
    Capitolo 11 Finesettimana ad Izu (2^ parte) #entry512813249
    Capitolo 12 Finesettimana ad Izu (3^ parte) #entry512932655
    Capitolo 13 Momenti in famiglia #entry513043786
    Capitolo 14 Il segreto di una donna #entry513141706
    Capitolo 15 L'incendio #entry513230590
    Capitolo 16 Nel momento del bisogno #entry513263505
    Capitolo 17 Disperazione #entry513328077
    Capitolo 18 Un alibi di ferro #entry513433708
    Capitolo 19 Ricordi ed investigazioni (1^ parte) #entry513542813
    Capitolo 20 Ricordi ed investigazioni (2^ parte) #entry513644079
    Capitolo 21 Ricordi ed investigazioni (3^ parte) #entry513747594
    Capitolo 22 Accuse e sparizioni #entry513848121
    Capitolo 23 In cerca di normalità #entry513934185
    Capitolo 24 Il passato ritorna #entry514031221
    Capitolo 25 A tu per tu con il nemico #entry514147713
    Capitolo 26 Dentro la villa #entry514257303
    Capitolo 27 Martini #entry514360130
    Capitolo 28 Gioco d’astuzia #entry514459006
    Capitolo 29 Vecchie conoscenze #entry514557111
    Capitolo 30 La verità viene a galla (1^ parte) #entry514641083
    Capitolo 31 La verità viene a galla (2^ parte) #entry514736317
    Capitolo 32 Per l'ultima volta #entry514844835
    Capitolo 33 (fine seconda parte) Un nuovo inizio #entry514956333








    IL RITORNO DELL’OSCURITÀ

    SECONDA PARTE - UNA NUOVA MINACCIA

    Capitolo 1 Ritorno a Beika

    Beika, Agosto 2021

    “Forza, lumacona, che siamo in ritardo!”
    “Eccomi, arrivo! Cavolo, mi potresti dare una mano, però!”
    “Non sono stato io a volermi portare dietro tutta la casa solo per pochi giorni, quindi ora ti arrangi!”
    “Grazie, sei sempre premuroso con tua moglie, soprattutto in questo stato”.

    Così dicendo la giovane, con una vistosa pancia che la indicava quale appartenente alla categoria “donne incinta”, scese dal treno e posò i bagagli, ingombranti e voluminosi, sulla pensilina. Era una signora di circa 29 anni, abbronzata ed alla moda. I suoi meravigliosi capelli neri, un tempo sempre legati a coda di cavallo, avevano perso dei centimetri ed ora erano corti all’altezza delle orecchie. Suo marito non aveva bisogno d’abbronzatura, essendo sempre scuro di carnagione; sebbene fosse il più stimato detective dell’Ovest non aveva rinunciato, in tutti quegli anni, a mantenere un abbigliamento informale, completo di cappellino con visiera, che era il suo tratto distintivo, oltre al curioso accento del Kansai che li additava ad orecchio come provenienti da Osaka.

    Usciti dalla stazione, i due giovani, ormai sposi da circa quattro anni, videro chi li attendeva per portarli nel luogo dove avrebbero alloggiato per quei giorni di trasferta nella capitale. Seduto sulla fontana all’uscita della stazione c’era un uomo, anch’egli di 29 anni, che era reputato una delle menti più brillanti del Giappone in campo investigativo (le donne dicevano anche che fosse uno degli uomini più belli e seducenti del paese, suscitando il pavoneggiamento dell’interessato ed i rimbrotti della sua consorte che tendeva a sminuire queste sue presunte doti da seduttore, sebbene in cuor suo sapesse benissimo che quanto si diceva in giro era assolutamente vero).

    Il detective aveva sempre lo stesso viso scanzonato e sbruffone di quando era un liceale, i capelli neri e scombinati e gli occhi azzurri come il cielo. Unica differenza con il passato: i baffetti che, ad imitazione di suo padre, aveva deciso di farsi crescere da qualche tempo, nonostante sua moglie fosse contraria.

    Appena vide il suo amico in attesa, Heiji Hattori iniziò a sbracciarsi per attirare la sua attenzione. Con il suo strano accento riuscì a farsi notare da tutti, creando non poco imbarazzo in sua moglie Kazuha, che iniziò a strattonarlo per fargli prendere un certo contegno.

    “Si può sapere che cavolo vuoi?”
    “Smettila di chiamare Shinichi a voce alta, ci guardano tutti!”
    “Oh, smettila tu! Sono tre anni che non ci vediamo, nessuno mi può impedire di salutare il mio amicone!”

    Intanto Kudo s’era avvicinato ai due che stavano iniziando ad inalberarsi: nulla di grave, facevano così fin dall’infanzia, sebbene si amassero come il primo giorno, però erano chiassosi oltre ogni sopportazione nipponica ed erano capaci di proseguire per ore, come una vecchia coppia comica ben affiatata.

    “Salve, ragazzi, non ci si vede da un pezzo!”
    “Ehilà, Kudo, come stai? E che significano quei baffi? Mi sembri tuo padre!”
    “Fichi, vero! Shiho dice che non mi donano, ma io li trovo spettacolari … ed anche le mie clienti!”

    E così dicendo l’investigatore fece l’occhiolino all’amico.

    “Sì, … se lo dici tu, sarà così!”, rispose Hattori non troppo convinto.
    “Forza, andiamo in auto, così vi porto a casa, la mia signora vi attende!”

    Attraversata la strada i tre raggiunsero la macchina di Kudo, la porsche nera che un tempo era stata di Gin, l’uomo più spietato dell’Organizzazione. In effetti era un dono di nozze di Shinichi a Shiho, ma spesso e volentieri era il marito a guidarla (con gli anni si stava ormai destando in lui la passione per l’alta velocità che aveva ereditato da sua madre, la scatenata Yukiko Kudo), soprattutto quando la donna non la usava, come in quei giorni in cui la facoltà di chimica era chiusa per le vacanze estive.

    “Allora, vedo che avete qualcosa da raccontare!”, disse Shinichi indicando il pancione di Kazuha seduta al suo fianco (l’auto non era adatta ad una donna nelle condizioni della signora Hattori essendo priva di sportelli sul retro, quindi Heiji s’era accomodato dietro lasciando il lato passeggero accanto al guidatore alla moglie).

    “Beh, cosa vuoi! Siamo sposati e mi sembra ovvio che abbiamo deciso d’ampliare la famiglia. Non sono come qualcuno di mia conoscenza che prima ha scodellato il bebè e poi s’è sposato. Io seguo la tradizione!”, spiegò Hattori punzecchiando l’amico che aveva avuto sua figlia Ran prima di sposarne la madre.

    “Sei proprio un vecchio provincialotto! E comunque la tradizione vorrebbe che il bimbo si metta in cantiere il prima possibile, non dopo quattro anni!”, lo prese in giro Shinichi.

    “Ed i preparativi a che punto sono?”, chiese allora Kazuha per cambiare discorso.

    “Tutto è stato preparato per domani, sapete com’è la signora, preparatevi a qualcosa di faraonico. È stato invitato mezzo Giappone, l’altra metà non poteva venire!”, ridacchiò il detective dell’Est.

    Tra una chiacchiera e l’altra l’auto raggiunse villa Kudo, dove i due giovani di Osaka sarebbero stati ospitati per l’occasione. Shinichi, dopo aver fermato l’auto in garage, aiutò Kazuha a scendere e prese i suoi bagagli.

    “Guarda che è perfettamente in grado di portarseli da sola!”, puntualizzò il marito.
    “Non sia mai che Shinichi Kudo non aiuti una donzella in difficoltà, soprattutto se incinta!”, sentenziò l’amico.
    “Ecco, prendi esempio da lui, cafone!”, aggiunse la giovane.
    “Senti, tu non credere di potermi parlare così!”
    “Lo credo, eccome se lo credo!”
    “Su, su basta così. Finitela di discutere, mia moglie ci attende”, mise pace Kudo che poi pensò tra sé “certo che le porto le valigie, altrimenti chi la sente la mia signora!”

    Entrati in casa furono raggiunti da Shiho che corse incontro a Kazuha e l’abbracciò forte.

    “Da quanto non ci vediamo, come stai? Vedo che ci sono novità! E per quando è previsto il lieto evento?”, chiese la Miyano.
    “Per Novembre. Shiho, anche io sono felicissima di vederti, sei sempre in forma. Ed anche i capelli ti stanno una favola!”

    Shiho Miyano era sostanzialmente la stessa di cinque anni prima, bella, con due meravigliosi occhi azzurri ed i capelli ramati. Ma proprio la chioma era mutata in quel tempo. Mentre in precedenza aveva avuto un caschetto molto bello, da alcuni anni aveva deciso di far crescere i suoi capelli che ora le giungevano quasi oltre le spalle rendendola ancor più bella del passato.

    “Shiho, sei stupenda!”, proruppe in ammirazione Hattori, “lo stesso non si può dire di tuo marito … ma che significano quei baffi?”
    “Non me ne parlare”, sospirò la donna, “sono dieci giorni che s’è inventato questa storia. Dice che lo rendono più maturo; a me sembra un vecchio; … non hai mica cinquant’anni, pezzo di scimunito!”
    “Non capisci nulla di moda maschile. Anche l’aspetto è importante nel mio lavoro!”
    “A me sembri il detective Mori”, concluse Heiji.
    “Ma che cavolo dici!”, protestò l’amico.
    “E la piccola Ran, dov’è?”, chiese Kazuha.
    “In campeggio con sua zia Ran e con suo marito, tornerà più tardi. È via da due settimane, mi manca da morire, ma con la facoltà non potevo accompagnarla; mister allegria, qui, è sempre implicato in morti ammazzati e non aveva tempo, ed alla fine è andata da sola con Ran.”, spiegò la signora Kudo.

    Completati i saluti, gli ospiti furono accompagnati nella loro camera. Kazuha decise di riposare un po’, il viaggio da Osaka con lo Shinkansen, sebbene rapido e con tutte le comodità, era stato stancante per una donna nel suo stato. Suo marito si ritirò con Shinichi nella grande biblioteca di villa Kudo che fungeva anche da studio ed ufficio per il detective dell’Est.

    “Qui non è cambiato nulla, nonostante non ci si veda da qualche tempo. Cosa mi racconti?”, chiese Hattori.

    “Va tutto a meraviglia, questi anni sono passati in un attimo, sembra ieri che salvavo Shiho da Bourbon ed invece sono trascorsi già cinque anni. Dovresti vedere mia figlia com’è cresciuta nel frattempo, è una signorina ormai, ed è curiosa più di me. L’altro giorno l'ho sorpresa seduta su quel divano intenta a sfogliare un libro della biblioteca, mi sono avvicinato e le ho chiesto cosa volesse fare. Lei m’ha risposto che lo voleva leggere ma che non ci riusciva, era troppo complicato. Sai, sa leggere, la piccola, ha imparato molto presto e legge pure bene per la sua età, all’asilo sono tutti stupiti, ma in effetti era un libro troppo difficile, diversi kanji sono troppo complicati per lei. Sai cosa voleva leggere?”, domandò compiaciuto Kudo.

    Heiji fece segno di no con la testa, allora l’amico si gonfiò il petto d’orgoglio e, con un super sorriso che gli riempiva la faccia, rispose:

    “Il segno dei quattro di Conan Doyle, il mio romanzo preferito tra quelli con protagonista Holmes. Eh, eh, eh, ha i miei stessi gusti!”

    “E che cosa hai fatto, dopo aver smesso di complimentarti con te stesso?”

    “Che poteva fare? Quel pazzo s’è seduto accanto a Ran ed ha iniziato a leggerle il volume. Dico io, ma si può leggere un giallo di Doyle ad una bambina di cinque anni?”, s’intromise Shiho sopraggiunta dal piano superiore. In braccio aveva la “piccola americana”, come la chiamavano tutti, ossia la secondogenita, Akemi Kudo, nata quattro anni prima e che doveva il soprannome all’essere stata concepita durante un soggiorno alle Hawaii.


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    Qualche ora dopo anche la primogenita fece ritorno al nido. Accompagnata da Ran, giunse Ran Kudo, che della zia Mori portava il nome.


    Edited by Haibarafan - 16/7/2014, 11:45
     
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    è.. è... bellissimo!! meraviglioso!! Complimenti Haibarafan, io già adoro Ran Kudo :sisi: (specifico per non confonderla xD) Più tardi commenterò più nel dettaglio, ora devo scappare a cena! Complimenti ancora!
     
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    complimenti, è BELLISSIMOOOO!!!
     
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    salvo e poi leggo
     
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    quando lo aggiorni? :)
     
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    (oggi stai meglio detectiveAi?)
     
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    Capitolo 2 Una nuova conoscenza

    “Allora è questa Akemi!”, esclamò Heiji, “finalmente la conosco. Quando ci siamo sposati non era ancora nata, poi siete venuti voi ad Osaka ma non l’avete mai portata, genitori insensibili. Ecco la piccola, ciao bella!”

    La bambina aveva i capelli nero corvino come suo padre, anzi secondo nonna Yukiko era Shinichi spicciato alla sua età; sebbene Ran fosse molto affezionata alla sorellina, i suoi non avevano voluto che andasse in campeggio e l’avevano tenuta in casa.

    “Ma che cattivi, perché non l’avete mandata con sua sorella? Avreste potuto fare gli sposini, tutti soli soletti, e magari le davate un fratellino!!”, ammiccò Hattori verso Kudo.

    “La vuoi smettere? La piccola non è stata bene, aveva avuto una piccola influenza estiva e non ce la siamo sentita di farla partire. Vieni, Akemi, saluta lo zio Heiji!”

    La bambina scese dalle braccia di sua madre, s’avvicinò al detective dell’Ovest, lo scrutò con attenzione e poi, con tono serioso, gli disse:

    “Il pigmento della tua pelle contiene troppa melanina, e questo ti fa avere quel colore così scuro. Deve essere un fattore genetico ereditario!”

    Hattori si terrorizzò, si voltò verso Shinichi e gli bisbigliò:

    “Ma per caso tua moglie s’è messa di nuovo a giocherellare con l’APTX ed ha rimpicciolito un premio Nobel?”

    L’amico lo guardò di traverso, lo spinse via e lo apostrofò:

    “Ma sei tutto scemo? Quella è mia figlia, che cavolo dici? Sì, forse ha qualche nozione base di scienza, ma insomma … con una madre come quella!”, ed indicava Shiho che, trasudando compiacimento da ogni poro, s’era avvicinata alla bambina e l’aveva abbracciata stretta; poi proseguì, “ed il bello è che poi critica me se leggo gialli a Ran! Ce ne vuole faccia di bronzo!”

    Miyano lo guardò di traverso, con i suoi occhi azzurri divenuti come lame di pugnali, suo marito preferì cambiare discorso:

    “Ma, invece tu che hai fatto in questo tempo? Perché non siete mai venuti a trovarci? Eppure vi abbiamo invitato spesso”.

    “Purtroppo siamo stati super impegnati, i criminali ad Osaka non riposano, e poi ho fatto richiesta per entrare in polizia. Sono ispettore, ormai!”

    “Bell’amico, potevi avvisarci. No, io ho deciso di rimanere in proprio. L’anno scorso ho comunque preso la laurea in criminologia ed ho poi seguito un corso del ministero dell’Interno per ottenere una qualifica ed una specializzazione. Ma non ho voluto entrare come effettivo in polizia, sebbene Megure mi abbia pregato a lungo, li affianco come consulente esterno, e questo ha ovviamente un costo, … per loro. Ora mi occupo di mogli tradite, mariti cornuti, gattini scomparsi, truffe, qualche omicidio passionale, una rapina in banca ogni tanto, cose del genere, insomma, ma nulla di pericoloso. Così posso gestire il mio tempo e trovare sempre uno spazio per le mie donne. Adesso sto seguendo il caso di una donna, che è anche la babysitter delle nostre piccole, che sta cercando suo padre scomparso quando era neonata, pensa che …”.

    “Ora basta chiacchierare, Heiji, vai a svegliare tua moglie, è ora di pranzo!”, si intromise Shiho che diveniva di pessimo umore ogni volta che si toccava il tasto “tata”, “voi due altrimenti sareste capaci di parlare per ore facendomi rovinare quanto preparato per l’occasione”; mentre lasciavano lo studio, Miyano non poté fare a meno di notare che un impercettibile velo di tristezza aveva offuscato, solo per un secondo, il viso di suo marito mentre parlava dei suoi nuovi incarichi. Non era la prima volta che accadeva in quegli anni, ma Kudo non le aveva mai voluto confidare quale fosse il problema, sebbene lei avesse insistito in molte occasioni; ogni volta egli cambiava discorso.

    Dopo qualche minuto Kazuha scene di sotto. Il pranzo era stato apparecchiato nel giardino; con il caldo d’Agosto non c’era nulla di meglio che mangiare al fresco sotto il pergolato. Shiho, che era divenuta un’ottima cuoca con gli anni, affinando le sue già buone doti ai fornelli, superò se stessa preparando un pranzo di stile occidentale che fece stramazzare Hattori sulla sedia per le doppie razioni che aveva ottenuto. La piccola Akemi mangiò seduta accanto alla madre e volle dimostrare agli ospiti d’essere in grado di cibarsi da sola ed in modo composto, da vera signorina.

    Dopo il pranzo Kazuha tornò a riposare, seguita dalla bambina. Shiho si occupò di sparecchiare aiutata dal marito; Heiji, sorseggiando un amaro, non perse occasione di canzonarlo:

    “Eh, eh! Vedo che ti ha ammaestrato per bene, vecchio mio!”

    “Come, scusa?”

    “Manca poco che lavi pure i piatti!”

    “In verità quelli li laverò più tardi. Certo che sei proprio un troglodita. È ovvio aiutare la propria moglie in cucina, anzi alle volte sono io a preparare il pranzo, non siamo nel medioevo, … ah, povera Kazuha, chi ti sei sposata!”

    “Ehi, amico, se tu sei tenuto al guinzaglio non devi prendertela con me! Nella mia caverna, IO sono il re!”

    “Heiji, tua moglie ti vuole”, sopraggiunse Shiho da dentro casa.

    “Arrivo, pulcina!! Di cosa ha bisogno la mia regina?”, e saltellando in modo piuttosto bizzarro rientrò dentro.

    “È tutto scemo, quello. E poi sarebbe il re della caverna! Sembra piuttosto lo scemo del villaggio!”, costatò Kudo che poi s’avvicinò a sua moglie, le cinse il corpo con le braccia e la strinse al suo torace, rischiando di farle cadere i piatti che teneva in mano, sussurrandole:

    “In effetti però non ha tutti i torti, se Akemi fosse andata in campeggio avremmo potuto impiegare meglio il nostro tempo libero!”, e così dicendo le sbottonò parzialmente la camicetta infilando una mano al suo interno, mentre iniziava a darle piccoli e continui baci sul collo, proprio sotto l’orecchio. La moglie allontanò il tentacolo e commentò:

    “Certo che sei incorreggibile. Non è né il momento, né il luogo … però, questa sera, quando tutti saranno a dormire …”, e completò la frase fulminandolo con un’occhiata maliziosa che preannunciava le meraviglie che attendevano suo marito. Poi rientrò in casa lasciando Kudo in ebollizione … e non era un effetto del caldo estivo.


    Qualche ora dopo anche la primogenita fece ritorno al nido. Accompagnata da Ran, giunse Ran Kudo, che della zia Mori portava il nome. La bambina, di ormai cinque anni, assomigliava in modo incredibile a Shiho, avendo inoltre gli stessi capelli ramati; gli occhi erano blu ed assomigliavano a quelli di suo padre. La bimba si precipitò dentro e si gettò su sua madre che s’era inginocchiata per accoglierla, le stampò un enorme bacio sulla guancia ed iniziò a raccontarle tutto quello che aveva fatto in quei giorni. Intanto sopraggiunse Mori. La giovane donna era bella come sempre, aveva accorciato i capelli da quando s’era sposata ed era divenuta avvocato come sua madre. Posati i bagagli, Ran salutò Shiho ed abbracciò Kazuha complimentandosi per la dolce attesa.

    “E tuo marito?”, chiese la ragazza del Kansai.

    “È scappato subito in ufficio, Megure l’ha convocato appena tornato a casa. Noi siamo venute in taxi”.

    “Potevi avvisare, avrei mandato Shinichi a prendervi”, la rimproverò Miyano.

    Sua figlia era intanto stata travolta da sua sorella Akemi che, vistala all’ingresso aveva percorso tutto il corridoio in una volta per stringerla a sé, le era mancata infinitamente. La prese da parte e le disse all’orecchio:

    “Ti devo dire una cosa!”

    Quindi la trascinò in un angolo e le confidò un segreto. La primogenita dei Kudo strinse gli occhi, com’era solita fare sua madre, arricciò il naso e poi rispose:

    “Va bene, lo faremo insieme!”
    Nel frattempo sopraggiunse il padre che disse:

    “Ecco qui il mio leprotto!”

    E corse incontro alla piccola Ran, la sollevò e la baciò. Quindi la mise in terra, ma vide che la bambina lo guardava con aria severa.

    “Che c’è?”

    Akemi si pose accanto a sua sorella, entrambe incrociarono le braccia sul petto, come faceva sempre Shiho quando qualcosa la contrariava, e poi la primogenita gli disse:

    “I baffi non ti stanno proprio, sembri un vecchio!”

    “Sembri lo zio Kogoro!”, aggiunse Akemi.

    Una risata generale travolse l’edificio, Shinichi rimase perplesso e deluso, ma non disse nulla.

    La nuova arrivata s’unì alla compagnia e s’accomodò in giardino mentre le bambine si misero a giocare con la palla. Kudo sparì al primo piano per qualche minuto.

    “La piccola Ran ha preso molto da suo padre. Se, come avete visto, Akemi è interessata alla scienza, sua sorella passerebbe ore a sentir suo padre raccontarle dei casi da lui risolti. Certe volte cerca lei di capire chi è il colpevole, oppure si fa leggere i romanzi scritti da suo nonno e vuole scoprire da sola l’assassino. Temo che tra qualche anno avremo una nuova detective liceale in casa”.

    “Perché non racconti a tutti del piccolo chimico che hai regalato ad Akemi a Natale?”, commentò suo marito sopraggiunto, “io racconto solo storie a nostra figlia, tu fai giocherellare Akemi con le provette. Una volta l’ha portata pure in facoltà: qualche giorno mi ritroverò una scienziata che crea strani veleni in cantina!”

    Mentre parlava tutti esplosero in un “ooohhh” incontenibile non appena s’accorsero che Shinichi s’era tolto i baffi. Hattori non poté trattenersi:

    “E così prima eri schiavo di Shiho, ora delle tue figlie? Ma non avevi detto d’essere fico con i baffi, che ti davano maturità?”

    “Fai silenzio, ne riparleremo tra qualche anno! Piuttosto, che ne dite se andiamo a cena fuori?”

    Tutti acconsentirono, tranne Ran Mori che voleva tornare a casa per accogliere suo marito dopo il lavoro. Quindi Shiho l’accompagnò alla porta e la salutò, commentando con lei che il dominio delle due piccole pesti su Shinichi era ormai fuori controllo.

    “Sono dieci giorni che mi lamento, ma non mi ha ascoltato! Arrivano quelle due e con mezza frase lo mandano a radersi. Sono diaboliche, inizio ad avere paura!”

    “Hai ragione, i padri sono schiavi dei figli soprattutto se femmine. Io lo so bene, basta vedere il mio! Va bene, ti saluto Shiho, ci vediamo domani alla cerimonia”.

    “Ciao, Ran, e grazie di tutto”.


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “Ran, va tutto bene?”
    La giovane karateka rimase qualche istante in silenzio, poi si voltò e le disse:
    “Ti dovrei parlare un attimo!”
     
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    1: Lo spoiler mi intriga!
    2: xDD La scena in cui Ran e Akemi gli intimano di tagliarsi i baffi e lui va a radersi mi ha ricordato troppo Vegeta xDDD
    3: Bellissimo capitolo, adoro quelle due, e voglio sapere chi è il marito di Ran! **
     
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    Mi sono proprio ispirato a Vegeta per quella scena, che è la più divertente di tutto DB. Con il prossimo capitolo scopriremo il marito di Mori e cosa deve chiedere a Shiho.
     
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    Non vedo l'ora allora ^_^ sospettavo ti fossi ispirato a quella scena, erano troppo simili xD
     
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    STUPENDOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! adoro questa storia! akemi e ran kudo sono mitiche! spero che aggiornerai presto!
     
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    ah la scena alla vegeta è fenomenale..mi è venuto da ridere mentre leggevo..adoro akemi e ran copie spiccicate dei loro genitori con le attitudini contrarie però :xd: heiji e kazuha sono fantastici insieme come sempre e sono curiosa di scoprire chi è il marito di ran..e anche quale è la grande occasione per cui si riuniscono tutti..poi ovviamente visto che il titolo parla di nuova minaccia immagino anche che accada presto qualcosa di poco piacevole..non vedo l ora di leggere il prossimo capitolo :xd: :xd:
     
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    Ho voluto dare ad Heiji un carattere più spaccone del solito. Critica tanto il suo compare, schiavetto delle sue donne, ma poi appena sua moglie chiama va da lei saltellando (nonostante si reputi il Re della caverna, come dice Fred Flinstone), quindi, per me, appena avrà il suo pargolo in mano anche lui si scioglierà come neve al sole, come gli predice Shinichi.

    Ho anche pensato che Shiho, in modo velato, comandi abbastanza in casa (e se non è lei sono le figlie), certo Kudo a volte si impunta, come leggerete poi, ma mi serve per la trama. Credo che chiunque diventi schiavo dei propri figli, almeno penso che a me capiterebbe, soprattutto se fossero femmine, forse ho trasposto me in Kudo (che orrore... anche se avere Shiho come moglie mi farebbe rassegnare al mio triste destino).

    Ho cercato di dare un ruolo maggiore alla signora Mori che, poverina, avrà i suoi problemi di famiglia. E poi c'è il matrimonio misterioso, dove arriverrà anche un ospite imprevisto: per i prossimi capitoli ho ideato qualche sorpresina niente male (eh, eh, eh!).

    Anche le sorelline Kudo avranno qualche momento in primo piano.
     
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    i personaggi sono fantastici ognuno rispecchia le caratteristiche originali che conosciamo tutti ma si vede che in qualcosa sono cresciuti è bello vederli in questo ruolo anche se in fondo dentro sono sempre gli stessi..per quanto riguarda la chioma di shiho sai che ho trovato delle fan art che la illustrano coi capelli lunghi?(disegnate da dio preciso)è bellissima..sono rimasta senza parole perciò l ho subito associata a quella immagine quando ho letto la storia :xd: gli spoiler sono invitanti.. nasce ancora di più l impazienza nell attesa del nuovo capitolo...aggiorna presto :xd: :xd: :xd:
     
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