Vendetta Privata (racconto)

Quarta parte di Il ritorno dell'Oscurità, sequel di L'ombra dell'Organizzazione

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    Eccoci, come promesso, al nuovo appuntamento con le avventure dei signori Shiho e Shinichi Kudo. Questa è la quarta e, questa volta veramente, ultima parte della mia storia. Abbiamo seguito le avventure della nostra coppia dal giorno delle loro nozze fino alla scoperta di un figlio segreto di Shiho, frutto della violenza subita anni prima da parte di Gin. Sono trascorsi otto mesi dal giorno in cui il giovane Ataru ha scoperto la verità sulle sue origini ed ha lasciato villa Kudo di corsa, inizia la nuova avventura. Rispetto a L'ombra dell'Organizzazione, questo racconto sarà più breve (ho preferito evitare di farmi prendere la mano dalla narrazione finendo per divagare come la volta scorsa), quindi il tutto durerà 20 capitoli più un breve epilogo; per questo primo appuntamento ci saranno due capitoli (parte del primo era stato già presentato in anteprima ai membri del Team. Gli altri usciranno la domenica ed il mercoledì. Ricordo a tutti che le prime tre parti della storia si trovano nei seguenti collegamenti:



    Prima Parte - Ombre dal passato #entry506393828
    Seconda Parte - Una nuova minaccia #entry511730427
    Terza Parte - L'ombra dell'Organizzazione #entry519828113


    Capitolo 1 Un giorno da ricordare #entry534125705
    Capitolo 2 Il ritorno del dinamico duo #entry534125705
    Capitolo 3 Malessere #entry534354150
    Capitolo 4 Serata al Casino #entry534662760
    Capitolo 5 Nagano #entry534895114
    Capitolo 6 Chiarimenti (1^ parte) #entry535184226
    Capitolo 7 Indagini #entry535407408
    Capitolo 8 Visita a sorpresa #entry535696762
    Capitolo 9 La donna misteriosa #entry535914547
    Capitolo 10 La promessa #entry536196546
    Capitolo 11 Il codicillo #entry536424542
    Capitolo 12 Cremazione #entry536707392
    Capitolo 13 Piani di battaglia #entry536906070
    Capitolo 14 Quotidianità #entry537190929
    Capitolo 15 Indagini a scuola #entry537190929
    Capitolo 16 La mossa del nemico #entry537401713
    Capitolo 17 Corsa contro il tempo (1^ parte) #entry537683783
    Capitolo 18 Corsa contro il tempo (2^ parte) #entry537898423
    Capitolo 19 Chiarimenti (2^ parte) #entry538179237
    Capitolo 20 Scontro finale #entry538394095
    Epilogo: l'autrice a chi legge #entry538394095








    IL RITORNO DELL’OSCURITÀ

    QUARTA PARTE - VENDETTA PRIVATA



    Capitolo 1 Un giorno da ricordare

    Tottori, 7 Agosto 2024

    Alle 22.45, nonostante il caldo afoso, tutti i detenuti del carcere centrale di Tottori erano già nelle loro celle in attesa che le luci si spegnessero per la notte. L’ultimo controllo era stato effettuato ed anche le guardie carcerarie iniziavano a rilassarsi al pensiero del fine turno che sarebbe scattato da lì ad un quarto d’ora. Solo al terzo piano dell’ala ovest dell’enorme struttura risuonavano, lievi ed attutiti, i passi di qualcuno.

    La porta si aprì con un rumore secco e ruotò sui propri cardini; dopo pochi istanti la poliziotta entrò nella cella e richiuse il battente alle sue spalle girando la chiave nella toppa.

    Era un’agente molto avvenente, con capelli rossi tagliati corti, di circa 27 anni, occhi azzurri, il viso ricoperto da lentiggini; stava per compiere una cosa a cui pensava da diversi giorni, fin da quando quel criminale, giunto da Tokyo da una settimana, le aveva rivolto per la prima volta la parola. Era una follia solo pensare ad una cosa simile, ma era la prima volta che Minami Asakura si sentiva viva, la prima volta da quando il suo ragazzo, con cui era fidanzata da dieci anni, l’aveva lasciata per una sua collega d’ufficio. Era quasi caduta in depressione, aveva quasi lasciato il lavoro. Poi quel galeotto l’aveva fatta sentire desiderata, amata, viva!

    La donna sorrise impacciata e si sedette sulla branda, mentre abili e sapienti mani le toglievano la giacca, le aprivano la camicetta e si insinuavano tra i suoi seni. Sulle prime, il tocco delicato ma deciso di quelle dita estranee la fecero sobbalzare, il viso le avvampò, le efelidi che lo ricoprivano sembravano più rosse ed accese del solito (le aveva sempre odiate, il suo ex la chiamava “signorina tutta lentiggini” e lei non lo sopportava. Ma quel delinquente le aveva detto che erano deliziose ed ella ne era stata felice), poi, dopo quella che parve un’eternità, ma che era invece qualche attimo, anche Minami iniziò a partecipare e sbottonò l’uniforme da carcerato; nel giro di qualche secondo, mentre anche la sua gonna cadeva in terra, la secondina si ritrovò a baciare il meraviglioso e palpitante seno della bionda criminale che l’aveva sedotta. Le tempie le pulsavano, mentre l’affanno e l’eccitazione la facevano gemere ed ansimare sommessamente (temeva che la sua collega la sentisse e venisse a controllare cosa stava accadendo): era la prima volta che si concedeva ad un’altra donna e non era sicura di quale fosse il modo migliore d’agire.

    “Dobbiamo fare in fretta”, disse la poliziotta, “il mio turno finirà tra quindici minuti. Come farò a rimanere senza di te per tre giorni?”

    “Tra quindici minuti? Allora mi devo sbrigare!”, rispose maliziosa la sua compagna.

    Minami la guardava negli occhi, verdi come lo smeraldo, bellissimi e spavaldi, mentre le loro gambe affusolate si fondevano e si toccavano. La poliziotta sentì che la sua amante le afferrava i capelli e le tirava indietro il capo, per reazione socchiuse gli occhi e sentì la donna bisbigliare:

    “Lasciati andare!”

    Lo fece, e fu l’ultimo gesto che compì in vita sua.


    Quindici minuti dopo il turno serale al carcere si concluse e le secondine lasciarono la struttura penitenziaria. Un’agente, dal passo saldo e sicuro, si dirigeva verso il parcheggio esterno per prendere la sua auto. Il cappello d’ordinanza, che celava e raccoglieva al suo interno la lunga chioma dorata, era ben calato sugli occhi; la parte più rischiosa del piano era ormai alle spalle: individuare una poliziotta repressa, insicura e complessata, avvicinarla, sedurla, convincerla ad incontrarla in cella per una notte d’amore, farla fuori, poi prenderle i vestiti, lasciarla morta nel suo letto con il completo da galeotta addosso, non farsi notare dalle colleghe. Tutto era andato per il meglio; quella sciocca, oltre ad averle raccontato tutto di sé (compreso che tipo d’auto guidasse e dove la parcheggiasse di solito), le forniva almeno sette ore di margine prima che qualcuno s’accorgesse che la detenuta 3427 non s’alzava dal letto e non rispondeva a chi la chiamava. Era finalmente libera!

    “Minami! Minami!”

    La poliziotta fece finta di non sentire ed accelerò il passo; la voce dietro di lei continuava a chiamarla con insistenza. La donna, mantenendo il sangue freddo, raggiunse un punto poco illuminato del parcheggio e si fermò di colpo, in attesa che colei che la chiamava le arrivasse vicino. Una mano le afferrò la spalla e la fece voltare mentre, una guardia carceraria, con il sorriso sulle labbra, continuava a ciarlare:

    “Che fai, non mi senti? Cosa fai questa sera? Andiamo a prendere una birra? Tanto da domani siamo in ferie! C’è un caldo infernale!”

    L’altra agente si voltò e squadrò la sua interlocutrice sul cui volto si dipinse un enorme stupore:

    “Chi … chi … cavolo sei tu? Dov’è la mia collega?”

    Non poté fare altre domande, un taglierino improvvisato, di quelli che girano nelle prigioni, le squarciò la gola come aveva già fatto con la sciocca e sventurata Minami. La povera vittima finì la serata nel bagagliaio dell’auto della fuggitiva, che la scaricò in un bosco lungo la strada statale per Tokyo.


    Nello stesso momento, a Los Angeles, una sala operatoria della Clinica ginecologica “Mater Puerorum”, struttura all’avanguardia e tra le più esclusive e costose degli Stati Uniti, gestita dalla Chiesa Cattolica, si stava attrezzando per assistere alla nascita del figlio di una cliente. La donna, di origini nipponiche, era in vacanza dai suoceri, stabilmente residenti in America, in attesa di partorire. Due motivi la portavano così lontana da casa: il primo era che suo marito aveva insistito affinché i suoi genitori l’accudissero prima e dopo il parto, ma il suocero, famoso giallista, non poteva lasciare gli Stati Uniti a causa dell’imminente consegna del suo ultimo romanzo al suo editore americano. Secondariamente, essendo la coppia molto famosa in patria, avevano preferito allontanarsi da Tokyo per evitare i paparazzi e garantire alla futura madre un po’ di tranquillità. S’era quindi optato per Los Angeles; la clinica era stata scelta sia per l’ottima fama che aveva conseguito negli anni, sia perché il segretario particolare di Sua Santità, grato per la soluzione del delitto che aveva sconvolto il Vaticano, non appena informato delle sue condizioni fisiche, aveva provveduto di persona a trovare una camera per la signora. Ma tutte queste valutazioni stavano ora lasciando il passo alle fitte lancinanti che avevano portato la puerpera in sala parto.

    “Ma dov’è quell’idiota? Come fa a non essere qui con me in questo momento?”

    La donna, madida di sudore e che respirava rapidamente, sbuffando dalla bocca, chiedeva queste ed altre cose alle infermiere ed al medico che le erano accanto e le asciugavano la fronte.

    “Signora, non possiamo aspettare oltre, la divaricazione è ormai giunta al massimo: dobbiamo procedere!”

    La donna lanciò un urlo, che parve un ruggito, poi rispose:

    “No, voglio che mio marito sia al mio fianco, non lo farò senza di lui!”

    “Ma ragiona, piccola mia! Lo sai che mio figlio è un irresponsabile; si sarà attardato a seguire un caso!”

    “Non mi interessa, deve essere qui!”

    La suocera non riusciva a convincere la nuora a cambiare idea, mentre le doglie si facevano più violente. La famosa ex attrice malediva suo marito e suo figlio che non erano ancora arrivati e meditava punizioni da Inferno dantesco. La porta della sala operatoria si aprì e finalmente il ritardatario fece il suo ingresso, tutto trafelato, mentre ancora si sistemava la mascherina sul viso:

    “Scusate, c’è stato un delitto nel posteggio dell’ospedale; abbiamo perso tempo per trovare il colpevole. Credo che l’azienda ospedaliera dovrà cercarsi un nuovo direttore sanitario!”

    “Siete in troppi qui; se rimane il signore, la signora deve uscire”, spiegò professionalmente una delle monache che assisteva all’evento. La futura nonna sbuffò vistosamente: trattare in quel modo una famosa attrice come lei; ma come si permetteva quella vecchia rimbambita vestita da pinguino?

    “Su mamma, esci. Fuori c’è papà e tra poco arriverà anche il professore Agasa con Fusae, hanno chiamato poco fa dall’aeroporto”.

    “Tuo padre è qui fuori? Bene, ho proprio voglia di spiegargli che non ci si mette a giocare ai detective mentre sua nuora partorisce!”

    La signora uscì come un tornado dalla sala mentre suo figlio compiangeva suo padre e benediva il carattere calmo e riflessivo di sua moglie. Mentre pensava a ciò, quest’ultima lo afferrò con entrambe le mani e con tutte le forze rimaste lo attirò a sé per guardarlo negli occhi:

    “Tu ed i tuoi maledettissimi casi!”

    Non poté proseguire: un urlo violento squarciò la notte e la sua ginecologa, la dottoressa Sakura Sakurambo (fatta venire espressamente da Beika per assistere la paziente) le disse:

    “Coraggio, Shiho, l’epidurale dovrebbe iniziare a fare effetto e non dovresti più sentire quelle fitte lancinanti; alla prossima contrazione, spingi con tutte le tue forze”.

    Dopo qualche attimo di dolore, mentre lei era ancora aggrappata a Shinichi e questi le teneva le mani, guardandola negli occhi con sguardo amorevole, la sofferenza iniziò a darle tregua (grande invenzione l’epidurale); poi arrivò una nuova , fortissima, contrazione. La dottoressa riprese:

    “Forza, Shiho, spingi, spingi!”

    Dopo alcune spinte vigorose, un forte vagito fece voltare tutti verso il medico che mostrò ai presenti un neonato:

    “È un maschio ed è sanissimo!”

    Kudo volle tagliare il cordone ombelicale (operazione che aveva fatto anche nei parti precedenti ed a cui non voleva mancare, ed era questo il motivo per cui Shiho voleva aspettare); poi il piccolo fu affidato ad un’infermiera che lo lavò e lo sistemò, quindi la dottoressa lo consegnò ai suoi genitori che lo videro per la prima volta in modo chiaro:

    “Come lo chiamerete?”

    La coppia si guardò negli occhi e poi rispose:

    “Conan!”




    Capitolo 2 Il ritorno del dinamico duo

    Beika, Febbraio 2025

    “… Ed in questo modo, signor Mendo, lei ha ucciso suo padre!”

    La spiegazione del famoso investigatore dell’Est aveva ammutolito tutti i presenti, sia i membri della famiglia, sia i domestici, sia Takagi e Chiba che erano presenti allo spettacolo deduttivo del detective.

    Il giovane Shutaru, sentita la spiegazione, si gettò in ginocchio:

    “Sì, è tutto vero! Odiavo quel vecchio, m’ha umiliato per tutta la vita ed ora mi voleva diseredare. Io, il suo unico figlio, non avrei preso un soldo della grande fortuna dei Mendo, tutto sarebbe andato a quella schifosa di Shinobu, la sua segretaria che l’aveva circuito fino a spingerlo a sposarlo. Vi rendete conto: una ragazza di 24 anni con un uomo di oltre 80, per di più diabetico. Non potevo permetterlo!”

    “E così cercò di sedurre la sua matrigna, del resto avete quasi la stessa età. Solo che la ragazza la rifiutò”.

    “Si mise ad urlare e mi prese a schiaffi. Così la feci fuori, nel modo descritto dal detective, speravo che mio padre avrebbe cambiato idea, ma mi disse che avrebbe fatto comunque redigere un nuovo testamento che mi diseredava e, non credendo alla teoria dell’incidente, avrebbe assoldato il miglior detective del mondo per scoprire la verità sulla fine di sua moglie. A questo punto lo ammazzai, il primo testamento, scritto cinque anni fa, mi lasciava erede universale. Poi quella dannata impicciona di mia cugina vi ha assunto per indagare sulle misteriosi morti che s’erano succedute al maniero ed il resto lo sapete”.

    Chiba a questo punto s’avvicinò al giovane, mentre Kudo si prendeva i complimenti dei presenti: ma c’era una persona che non s’univa al coro di elogi. Si trovava vicino alla porta del salone e, ridacchiando di sottecchi, prendeva appunti sul suo inseparabile taccuino.

    L’urlo della cameriera attirò l’attenzione di tutti. Shinichi vide, con la coda dell’occhio, il giovane Mendo spintonare Chiba da una parte, facendolo cadere; il reo confesso scattò in piedi, corse verso la porta, estrasse un coltello a scatto che teneva in tasca ed afferrò per un braccio la donna che prendeva appunti, facendole cadere penna e taccuino mentre la strattonava. Takagi urlò:

    “Non faccia pazzie, non può scappare, la casa è circondata!”

    “Vedremo se sarà così! Io invece credo che ora voi, sbirri, mi procurerete un’auto veloce con un pieno di carburante, poi io e questa bella signora andremo a farci un giretto. Se vi comporterete bene la nostra scribacchina tornerà sana e salva a casa dal suo maritino e dai suoi marmocchi!”

    Mendo vide l’espressione di Shinichi divenire pallida e preoccupata, il criminale rise:

    “Ehi, grande detective, cos’è, hai paura per lei?”

    Kudo non riusciva ad articolare alcuna parola, ma gesticolava vistosamente.

    “Scribacchina?”, chiese con tono tagliente l’ostaggio; il detective dell’Est si mise una mano sulla fronte e chiuse gli occhi.

    Fu un attimo: l’ostaggio diede una violenta gomitata al ventre al suo carceriere, questi si piegò in due e mollò la presa sul braccio della donna. Mentre Mendo si teneva lo stomaco, Shiho Miyano alzò in aria una delle sue affusolate e toniche gambe e lo colpì violentemente alla nuca. Il giovane stramazzò a terra.

    “Non sono una scribacchina!”, puntualizzò la signora Kudo chinandosi a riprendere gli appunti caduti.

    Dopo qualche attimo, la scienziata dai capelli di rame alzò lo sguardo, si tolse gli occhiali, appoggiandoli alla scollatura del suo vestito, e si voltò verso suo marito e gli agenti: erano tutti fermi, immobili e con la faccia rossa come un gambero.

    “Che succede?”

    Shinichi fu il primo a riprendersi; si grattò i capelli, sempre foltissimi, e si avvicinò a sua moglie. Quindi le bisbigliò:

    “La prossima volta, evita di mettere la gonna, se devi fare di queste mosse; certe cose le vorrei vedere solo io!”

    Miyano chinò gli occhi e si guardò le gambe, erano coperte solo da una gonna molto corta, com’era moda in quei mesi (quella in particolare, color lavanda, era una creazione originale e personale di Fusae che gliel’aveva regalata il Natale precedente; era la sua preferita).

    La scienziata dal volto sempre impassibile divenne color pomodoro ed uscì dalla stanza per regolare la parcella con la signorina Mendo, cugina del colpevole, che li aveva assunti. Chiba, ripresosi, ammanettò l’assassino.

    “Shinichi, grazie ancora per l’aiuto, sei stato prezioso!”

    “Figurati, Takagi, nulla di speciale … A proposito, posso far conto che quanto visto non uscirà dalle vostre bocche, vero? Non vorrei dover informare le vostre signore …!”

    I due poliziotti divennero pallidi come cenci, poi giurarono che quanto accaduto era già stato dimenticato. Kudo diede una pacca sulla spalla ai due e si diresse verso l’uscita.


    Shiho lo attendeva in macchina. Suo marito le si sedette accanto e la squadrò:

    “Brava, abbiamo dato spettacolo!”

    “Tu non ti decidevi a fare nulla! E poi volevo vedere a che punto sono con le lezioni di karate che prendo alla palestra di Makoto. Direi che me la so cavare alla grande!”

    “Sì, sì; ma la prossima volta i pantaloni!”

    “Ma se veramente visto tutto?”

    Kudo scosse il capo e mise in moto; sua moglie si tranquillizzò, poi l’uomo riprese:

    “Ma quello è l’intimo nero che t’ho comprato per S. Valentino?”

    Sua moglie arrossì vistosamente:

    “Allora s’è visto!”

    Suo marito annuì in silenzio, mentre lei si metteva le mani in volto scuotendo la folta chioma ramata.

    “Se è quello che t’ho regalato deve essere coordinato anche con il sopra. Fammi vedere!”

    E così dicendo pose una mano sulla camicetta ed iniziò a sbottonarla, Shiho alzò il capo e gli diede uno schiaffetto sul palmo.

    “A posto i tentacoli! Non t’è ancora passato questo brutto vizio? Meglio che guidi …”.

    “Agli ordini!”, rispose ridacchiando Kudo; l’auto si immise nel traffico e s’allontanò.



    Quella fredda domenica di Febbraio era tersa e serena. Tornati a villa Kudo, la coppia fu subito travolta dal ciclone Ran. La bambina voleva tutti i dettagli del caso appena chiuso e suo padre fu costretto a portarla nella biblioteca per raccontarle ogni cosa.

    Shiho, intanto, si diresse al piano superiore e trovò la loro cameriera, Sakurako Yonehara, che cambiava il pannolino di Conan, aiutata da Akemi.

    La donna aveva ormai 38 anni, ma manteneva lo stesso carattere allegro di quindici anni prima ed anche i suoi bellissimi capelli rossi. Kudo l’aveva conosciuta durante un caso, nei tempi in cui era ancora il piccolo Conan Edogawa. Quella volta il figliastro della signora d’affari per cui lavorava la giovane era stato ucciso con una fetta di torta avvelenata; poche ore dopo era morta anche la padrona di casa, uccisa, come il figlio, dalla segretaria, che voleva vendicare il suo defunto padrone (fatto fuori dal ragazzo che era stato coperto dalla donna). A seguito di questi fatti, la giovane Sakurako aveva perso il lavoro.

    Visti i pessimi risultati conseguiti dai Kudo nell’assumere babysitter, Shinichi decise di rivolgersi ad amici e conoscenti affinché gli segnalassero qualche persona di loro fiducia da ingaggiare (la nuova gravidanza di Shiho aveva reso necessario, infatti, qualcuno che li aiutasse in casa).

    Dopo lunga e laboriosa ricerca, era stato Chiba a raccomandare Sakurako. I due, e la moglie del poliziotto, Naeko, del resto, erano amici d’infanzia; per di più il detective dell’Est conosceva la cameriera proprio perché l’aveva incontrata per ben due volte sulla scena di un delitto, quindi, sbrigate le formalità di rito, la signora Yonehara fu assunta a villa Kudo, dando un gran sollievo alla padrona di casa.

    “Signora, siete tornati? Il bambino aveva bisogno d’essere cambiato. Credo, inoltre, che sia ora della poppata”.

    Shiho, salutata Akemi con un bacetto sui capelli, annuì e prese tra le braccia il piccolo. Questi la guardò negli occhi e, agitando le manine, le sorrise felice. La signora Miyano si sedette su una poltrona e si sbottonò la camicetta per dare il seno al figlio; la scaltra Akemi volle rimanere in stanza per assistere a tutta l’operazione. Mentre Conan iniziava a poppare, la padrona di casa si rivolse alla governante:

    “Sakurako, per favore, potresti preparare del tè?”

    La signora compì un inchino e si diresse in cucina.

    Intanto nella biblioteca una piccola curiosa stava facendo il terzo grado a suo padre:

    “E così era il figlio della vittima l’assassino! E la mamma l’ha fermato con una mossa di Karate! Figo!”

    Gli occhi birbanti luccicavano per l’emozione, avrebbe dato ogni cosa per essere con loro in quel momento così adrenalinico, ma sua madre era stata categorica; come se loro, alla sua età, non passassero da un delitto all’altro: era un’ingiustizia! Per fortuna i Giovani Detective erano signori incontrastati delle indagini scolastiche, sebbene fossero meno avventurose di quelle dei suoi genitori.

    Kudo, finito il racconto, stava coccolando la sua primogenita, quando un trillo sul cellulare lo fece sobbalzare. Estrasse il telefonino e guardò il monitor: era un sms da un numero che conosceva bene:

    “Piccola, potresti andare a vedere che fa la mamma e poi chiedere a Sakurako di preparare il tè?”

    La bambina lo guardò fisso negli occhi:

    “Tutto a posto? Sembri strano! Non è che nascondi qualcosa?”

    Shinichi la osservò con un sorriso, la girò di spalle e le diede una bonaria sculacciata:

    “Razza di impertinente, certo che è tutto ok, fila via!”

    La giovane Ran si mise a ridacchiare per la reazione paterna ed uscì. Kudo si dedicò alla lettura del messaggio:

    Mi dispiace di non essermi fatto sentire prima. Qui mi trovo bene, è tutto apposto. Seguo le vostre imprese dai giornali e vi sono vicino con il cuore. Un giorno ci rivedremo! C.E.

    Il detective dell’Est sospirò e, dopo qualche attimo d’esitazione, cliccò sulla tastiera cancellando il testo ricevuto.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    La Yonehara era in preda al panico; la padrona di casa, allarmata, si fiondò su di lei e la vide divincolarsi dalle mani di un vecchio mendicante.


    Edited by Haibarafan - 10/7/2013, 10:57
     
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  2. sherry99
     
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    capitoli strepitosi!
    CITAZIONE
    Fu un attimo: l’ostaggio diede una violenta gomitata al ventre al suo carceriere, questi si piegò in due e mollò la presa sul braccio della donna. Mentre Mendo si teneva lo stomaco, Shiho Miyano alzò in aria una delle sue affusolate e toniche gambe e lo colpì violentemente alla nuca. Il giovane stramazzò a terra.

    sì Shiho! hai fatto proprio bene a prendere corsi di karate :rulex:
    il messaggio che è stato inviato a Shinichi... non riesco a capire se è una minaccia oppure no, potrebbe essere Silver o qualcun altro :shifty:
    una piccola domandina ma sakura e Shinobu fanno parte di lamù, vero? :huh:
     
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    Sì, ed anche Mendo è di Lamù (il ragazzo ricchissimo che la corteggia).
     
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  4. sherry99
     
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    è vero! quello vestito sempre di bianco :woot:
     
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    Capo finalmente possiamo leggere l'ultima parte della tua strepitosa storia...
    E questa volta penso sia davvero la fine :( Che dire primi due capitoli eccezionali!
    In mezzo al primo capitolo c'è anche lo zampino di Candy Candy *-* con... "signorina tutta lentiggini" :asd:
    Però che dire Chris è davvero pronta a tutto D:
    Shiho è sempre fantastica :wub: ...E Kudo lui è sempre lui XD
    Mmm C.E. ??? o_o mi sa che ho un vuoto di memoria >.<
    Può essere Ataru in codice?? XD
     
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    E finalmente le domeniche e i mercoledì tornano ad avere un senso sapendo che potremo leggere della nostra adorata famiglia KudoXD e dei guai stratosferici che si trascinano sempre dietro :asd:
    Inizio fantastico..con l'arrivo del piccolo Conan e la fuga di una vecchia conoscenza..almeno credo..(ma come è uscita dalla fossa del Fujii..?Kaito lavora alla clemente mi sa...XD)
    Divertentissime anche le varie "guest stars" :xd:
    Mi incuriosisce il mittente del messaggio ricevuto da Shinichi... :shifty:
    Shiho sempre più meravigliosa*-*(il karate le mancava in effettiXD)
    Al prossimo capitolo :xd:
     
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    Con le conoscenze che si ritrova, era necessario che potesse difendersi da sola, e non dimentichiamo i matti e gli scippatori per strada. Un po' di karate, magari indossando i pantaloni (errori da principiante), mette tutto a posto!

    Oltre ai personaggi da voi riconosciuti, c'è anche Minami Asakura, la poliziotta che si fa traviare dalla sensuale galeotta, che prende il nome della protagonista di Touch del maestro Adachi, che adoro, ma il corpo del tenente Matilda di Gundam (che adoro altrettanto, il tenente dico; sì anche Gundam in quanto tale, ma pure il tenente).


    E poi, per ovviare al problema tata, ho assunto un personaggio certamente buono; la cameriera simpatica del caso della baumkuchen, apparsa nel volume 74.


    PS non chiamate Shiho "scribacchina".
     
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    Capo che bello tornare e ritrovare i tuoi capitoli :xd: Sakurako lo o sempre odiato, anche in Lamù, e ora mi dà della scribacchina a Shiho? Che comunque ormai si difende benissimo, grandissima :lol:
    Molto intriganti la fine del capitolo e, soprattutto, lo spoiler :shifty: A Mercoledì!
     
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    Capitolo 3 Malessere

    Il giorno seguente Kudo uscì molto presto, alle prime luci dell’alba, per concludere un’indagine che stava conducendo da qualche tempo: per una volta non volle portare con sé sua moglie. Shiho, quella mattina, era a casa, dal momento che non aveva lezione in facoltà, ma Shinichi decise di farla dormire un altro po’, del resto la sua donna aveva fin troppo da fare e qualche ora di sonno spensierato era una Manna dal Cielo. Approfittando di questo, e dell’assenza delle figlie, ovviamente a scuola, la professoressa, intorno alle 10.00, si ritirò a lavorare in quello che suo marito chiamava “l’Antro”, ossia il suo laboratorio sotterraneo.

    Il piccolo Conan, nutrito e cambiato, dormiva beato nella culla, la signora Sakurako si occupava delle faccende domestiche: gran bella cosa avere una domestica di fiducia, pertanto Miyano poteva dedicarsi tranquillamente alla sua giornata di lavoro (doveva anche iniziare la stesura del nuovo romanzo). Un grido della governante, che invocava aiuto, la fece sobbalzare e precipitare all’ingresso.

    La Yonehara era in preda al panico; la padrona di casa, allarmata, si fiondò su di lei e la vide divincolarsi dalle mani di un vecchio mendicante, curvo, pustoloso, puzzolente; in una parola disgustoso.

    “Mi faccia la carità, la prego! Oh, mia bella signora”, disse l’uomo rivolgendosi alla scienziata appena sopraggiunta, “lei che è tanto affascinante, deve essere per forza anche di buon cuore. Mi inchino a lei e dico felice tre volte colui che l’ha presa in moglie e può bearsi della sua continua compagnia. Aiuti un povero derelitto che ha tanto patito nella vita!”

    Gli occhi penetranti del vecchio erano blu come il cielo, la bruttezza del volto e le offese di una vita di stenti non avevano distrutto il magnetismo di quello sguardo. Shiho si ipnotizzò e si perse in quelle iridi; il mendicante la richiamò alla realtà toccandole una mano. La donna dai capelli ramati sobbalzò mentre la domestica urlava che avrebbe chiamato la polizia.

    “Aspetta, Sakurako, non c’è bisogno!”

    La donna si fermò e guardò Miyano; la scienziata incrociò le braccia sul petto ed osservò l’uomo con occhi di ghiaccio:

    “Le darò qualcosa che non potrà dimenticare”.

    Shiho si chinò, afferrò il volto dell’uomo e lo baciò sulle labbra in modo sensuale e provocante. Dopo qualche attimo, la donna si staccò ma con i denti afferrò il labbro inferiore del mendicante ed iniziò a tirare, era una cosa che faceva spesso quando baciava Kudo (e che mandava in visibilio l’uomo).

    La domestica era sconvolta, ma il suo turbamento divenne totale confusione quando vide che la pelle del vecchio si lacerava sempre più finché parte della sua faccia non rimase tra i denti della padrona di casa.

    “Signor Shinichi!”

    Il finto mendicante si rizzò in tutta la sua altezza e, con un’espressione imbronciata, tirò via il resto della maschera rotta:

    “Cavolo, Shiho, l’ha ridotta in brandelli! Ma come hai fatto a scoprirmi?”

    “La prossima volta cura le mani: non è credibile che un vecchio mendicante con quell’aspetto abbia le dite prive di calli e vesciche! Inoltre i tuoi occhioni da bimbo che ha compiuto una marachella ti tradiscono; in futuro indossa delle lenti a contatto colorate”.

    “L’hai capito quando ti ho afferrato il polso? Dovevo essere più prudente, ma oggi avevo fretta e non ho curato le mani!”, schioccò le dita.

    “Non sei ancora all'altezza di tua madre. Entra buffone!”, gli disse bonariamente.

    Lasciando la domestica sbalordita all’ingresso (dopo tutti quei mesi non s’era ancora abituata alla follia di quella casa: eppure di cose incredibili ne aveva già visto in abbondanza), il detective dell’Est si accomodò nello studio, ma sua moglie gli impedì di sedersi su qualunque cosa, i vestiti da barbone erano sporchi da far paura.

    “Allora com’è andata?”

    “Caso chiuso! Il signor Kondo non era morto, aveva lasciato la famiglia per fare il barbone; era stufo della vita del banchiere. Sua moglie è stata felicissima quando l’ho riportato a casa; non solo ci ha dato quanto pattuito”, e così dicendo passò il mega-assegno alla sua consorte che lo controllò e depose in cassaforte, “ma ci ha pure regalato un viaggio premio per questo finesettimana sulle piste da sci in Hokkaido”.

    “Un finesettimana a sciare in Hokkaido?”

    “Sì, era una vacanza che lei e suo marito s’erano regalati, ma dato quanto accaduto ha deciso di donarlo a noi, è per due persone. Allora, che ne dici?”

    “Sarei tentata; è una vita che non scio. Ma come facciamo? Siamo in cinque, i biglietti sono per due!”

    “Possiamo mandare le piccole dai Suzuki, i gemelli ne sarebbero felici, e porteremmo Conan, che ha bisogno di attenzioni continue, con noi (ho parlato con l’hotel, mi hanno detto che non sarà un problema aggiungere una culla in camera). Oppure potremmo lasciare le bambine a casa con Sakurako, finalmente abbiamo una governante di fiducia (sebbene la poverina non sarà troppo felice; l’ultima volta Akemi l’ha coinvolta in un esperimento e le sono divenuti i capelli blu). Altrimenti diciamo ad Agasa di prendersene cura (alla fine è tornato a vivere nella villa qui accanto proprio per stare vicino ai nostri figli, e sai quanto la cosa pesi a Fusae che ha dovuto lasciare l’attico di Shinjuku). Abbiamo infinite possibilità”.

    “Dovremo parlare con le piccole, però!”



    Detto fatto, quando le due pesti tornarono da scuola, i loro genitori le misero al corrente degli eventi. Akemi commentò, tagliente:

    “Quindi ci mollate dove capita prima e vi portate solo il giocattolo nuovo?”

    “Ma che dici?”, rispose sua madre.

    “Per me va bene, basta che possa continuare con i miei esperimenti!” (Akemi considerava importantissimi, infatti, i suoi alambicchi che, con la supervisione di Shiho oppure di Agasa stesso, maneggiava ormai da qualche tempo, provando piccole formule chimiche basilari nell’Antro). La domestica, all’idea di rimanere da sola con la piccola scienziata, divenne bianca in viso (infatti, la supervisione costante degli adulti non aveva impedito alla bambina di farle divenire blu i capelli).

    “Io domenica devo andare a casa di un mio compagno con i Giovani Detective, dobbiamo chiudere un caso, non mi posso di certo assentare per una gita in montagna”, completò Ran.

    Viste le poche rimostranze, si decise di chiedere ad Agasa il favore. Il professore accettò con gioia (ma le nipotine misero in chiaro che non avevano intenzione di fare alcun campeggio o barbecue; erano bambine impegnate e serie, loro!).


    Quella sera, la famiglia si riunì in salotto per vedere un programma a cui Shiho aveva partecipato qualche giorno prima in qualità di scrittrice di romanzi. Era raro che la schiva professoressa Miyano accettasse di comparire in televisione, ma aveva ceduto alle insistenze dell’editore, quindi Kudo aveva avvisato tutti i conoscenti (e promesso una copia del video a sua madre in America).

    Le bambine si accomodarono per terra, mentre Shiho s’accucciò a suo marito poggiando la testa sulle sue spalle. Dopo qualche attimo partì la sigla del programma ed apparve il presentatore che annunciava la gradita ospite:

    Signore e signori, la professoressa Shiho Miyano, autrice dei due noti romanzi “Un nuovo studio in rosso” e “Morte in Vaticano” che hanno scalato le vette posizionandosi stabilmente ai primi posti nelle classifiche di vendita, sarà la prima ospite della nostra trasmissione di oggi.
    Benvenuta, professoressa!


    Un’emozionatissima donna dai capelli ramati, accompagnata dalla sigla, era entrata in scena, aveva compiuto un profondo inchino, s’era seduta sul divanetto del suo intervistatore e sorrideva impacciata davanti al pubblico che applaudiva. Il presentatore continuò:

    Professoressa Miyano, lei è la nuora del famoso Yusaku Kudo, notissimo giallista di fama internazionale. Da quando i suoi romanzi sono stati pubblicati, le opere di suo suocero arrivano sempre dietro le sue nelle classifiche. Come ha preso questa cosa il signor Kudo?

    Mentre l’intervista proseguiva, Shinichi era sempre più orgoglioso della sua donna e le accarezzava i capelli ramati. Ad un tratto l’attirò verso di sé, facendole voltare il viso e fu a quel punto che il detective si spaventò come mai in vita sua: vide sua moglie di un pallore mortale e con gli occhi persi nel vuoto.

    Kudo saltò in piedi ed iniziò a scuoterla mentre lei s’accasciava, svenuta, sul divano; le bambine, udendo il trambusto, si voltarono e lanciarono un urlo di angoscia. Shiho non dava segno di ripresa, Ran fu inviata di corsa a chiamare Araide. Il dottore, nonostante fossero le 21.30 passate, rispose e si diresse subito alla villa.

    Vi giunse in dieci minuti e poté constatare che la paziente s’era ormai ripresa e rispondeva a chi le parlava.

    “Come ti senti, cosa è successo?”

    “Nulla, nulla, tesoro. Mentre stavo osservando la mia goffaggine in televisione ho avuto come un giramento di testa, la vista s’è appannata e tutto m’è parso ovattato. Poi …, non so bene, ho avuto come una sensazione di morte, come se stessi cadendo giù da un pendio scosceso ed alla fine m’è parso proprio d’essere moribonda tra i cespugli. O forse non ero io, non so … mi sembrava che qualcuno mi chiamasse, che invocasse il mio nome! Forse eri tu, preoccupato per me, non saprei! Comunque ora mi sento meglio!”

    Araide prese la pressione e la visitò attentamente. Poi, con viso perplesso, ripose lo stetoscopio nella borsa medica:

    “Sembra che sia tutto nella norma. Potrebbe essere un calo di zuccheri. Fatela riposare e vedete come si sente domattina”.

    “La dovremmo ricoverare?”

    “Se questa notte non accadrà nulla, non credo che ci sarà questa necessità. Eventualmente non esitare a chiamarmi”.

    Giunti sulla porta, Kudo, ancora un po’ agitato, salutò il medico:

    “Ma quella specie di sogno?”

    “Non ne ho idea, ma spesso la psiche fa strani scherzi. Non ci darei peso”.



    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “27, rouge, impair et passe”.
     
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    Shiho dovrebbe scrivere un libro dei sogni...sta diventando un'esperta nel campo XD
    Spero che non sia un brutto presagio :sisi: anche se conoscendo i guai nefasti che si porta dietro sta famiglia cè poco da sperare mi sa... :facepalm:
    Shinichi ci sta prendendo gusto nel travestirsiXD (sbaglio o non è la prima volta?XD..a parte quando si fingeva morto nei panni di conan si era travestito pure da AiXD)
    Akemi e Ran che boicottano campeggi e barbecue perchè sono "persone serie e impegnate" è una bella frecciatina nei confronti dei genitori... :asd:
    Avvisate le piste di Hokkaido...disdite tutte le prenotazioni..arriva Kudo..si salvi chi puòXD
    Al prossimo capitoloXD
     
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    Shinichi si diverte ad imitare Ulisse? (se non erro, è lui che, nudo e ricoperto di salsedine, dice a Nausicaa "tre volte beati i tuoi fratelli, tuo padre e tua madre, e più di tutti il tuo sposo" e, più avanti, assume le sembianze di un mendicante).
    Shiho mi fa preoccupare.. che sia Ataru, quello in pericolo? E chi gioca alla roulette? Aspetto con impazienza domenica, complimenti come sempre :)
     
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    Più che Shinichi ero io a leggere Il seguito dell'Iliade del poeta greco Quinto Smirneo nel periodo in cui stavo scrivendo il capitolo e mi sono lasciato influenzare.

    Akemi sta diventando pericolosa, oggi si fanno blu i capelli della governante, domani farmaco che rimpiciolisce la gente!

    Edited by Haibarafan - 15/5/2013, 17:35
     
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    Capisco.. di che parla quel libro? Iliade e Odissea mi hanno sempre interessata moltissimo, e stavo cercando qualcosa da leggere, potrei averlo trovato... :)
     
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    "Il seguito dell'Iliade", come l'hanno intitolato i traduttori italiani, è stato scritto dal poeta greco Quinto Smirneo, si pensa intorno alla fine del II, inizi III sec. d.C. Il poeta, di cui non sappiamo praticamente nulla, tranne il nome (anche il fatto che sia originario della città di Smirne è una teoria), descrive, in 15 libri, gli eventi successivi alla morte di Ettore, dall'arrivo dell'amazzone Pentesilea alla partenza dei Greci dopo la distruzione di Troia. L'ha pubblicato la Bompiani, con traduzione italiana e testo greco a fronte; è la prima traduzione di quest'opera in italiano moderno, credo che l'ultima sia dell'800, ha un eccellente apparato di note, sopracopertina plastificata e copertina rigida. Per me, amante della classicità, è stato un acquisto obbligatorio, non potevo rimanere senza. Inoltre è l'unica opera pervenutaci che fornisce una descrizione continuativa degli ultimi eventi della guerra di Troia (a fronte, ad esempio, di un Virgilio che ci descrive solo la distruzione della città). Costa € 30 (ma sui siti internet c'è lo sconto, Ibs lo passa a 25,50).
     
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    Grazie mille, lo cerco subito, con la perdita dell'Ilium Persis e degli altri libri successivi all'Iliade, non sapevo proprio di questo.

    Proverò a cercarlo in biblioteca, prima di tutto.
     
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99 replies since 12/5/2013, 09:45   4041 views
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