Il lungo addio (racconto)

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    Dopo il mio primo racconto, eccone un secondo, sempre su Shinichi e Shiho. Se il primo vi è sembrato triste, questo non scherza neppure. Preparate i fazzoletti e godetevi questa mia modesta fatica, attendo commenti e giudizi, non siate timidi.

    Capitolo 1 (fine): #entry478988992





    Il LUNGO ADDIO

    “Mi dispiace, ma non posso rimanere in questo paese, troppi tristi ricordi”.
    “Non dire così, non essere precipitosa, non hai nulla da temere, sistemeremo tutto, non andare via”.
    “Ho molto da temere, temo i miei sentimenti, temo che possano travolgermi e”....
    “Driin, driiiin, driiinn”.

    Il telefono destò Shinichi Kudo da quello strano sogno, e lo riportò alla realtà. Con chi stava parlando? Chi era quella donna a cui diceva di non partire? Non lo ricordava, aveva la sensazione di conoscerla, molto bene inoltre, ma ora le certezze che aveva durante il sonno svanivano, tutto diveniva incerto. Erano passati pochi giorni dalla distruzione dell’Organizzazione degli Uomini in nero, la banda era stava sgominata, i suoi membri uccisi o arrestati. Il fantomatico boss aveva preferito uccidersi, e la scoperta della sua vera identità aveva lasciato Shinichi turbato, non avrebbe mai pensato che potesse essere quella persona. Ma quei pensieri erano volati via, Ai aveva trovato un antidoto stabile, ella e Conan erano potuti ritornare ad essere Shinichi e Shiho. Egli era subito corso da Ran e l’aveva riabbracciata dicendole che non sarebbe più partito, Shiho invece era tornata a casa del professor Agasa, doveva decidere cosa fare del suo futuro. Finalmente Shinichi poteva dormire nella sua villa, ufficialmente Conan era partito per tornare dai suoi genitori (dopo uno struggente addio con Ran ed i giovani detective), e quella era la prima volta in cui il ragazzo riusciva a chiudere gli occhi per molte ore di fila, solo che il telefono l’aveva destato, nel bel mezzo di quello strano sogno.

    “driin, driin, driinn”. Il telefono continuava a squillare, non c’era speranza che qualcuno rispondesse per lui, i suoi genitori erano in America, come sempre, ed era solo a casa. “Arrivo, arrivo, dannazione, ma chi può essere alle 6.00 del mattino? Sono pure in vacanza”.

    “Pronto, Shinichi, sei tu?”
    “Professor Agasa? Ma sa che ore sono?”
    “Sì, scusa per l’orario, ma non c’è tempo è successa una cosa terribile. Ai, no, volevo dire la signorina Miyano, è andata via , mi ha lasciato un biglietto con poche righe. – Grazie di tutto, è tempo che vada, questo paese mi procura solo tristi ricordi. Con affetto, Ai –“.
    “Come partita, e dov’è andata?”.
    “Non lo so non mi ha detto nulla in tutti questi giorni”.
    “Aspetti un momento, mi vesto e vengo da lei, sarà più comodo parlare di presenza”.

    Meno di dieci minuti dopo Shinichi si presentava alla casa a fianco, residenza del suo amico inventore, ed esaminava il biglietto.

    “Credo che sia andata all’aeroporto, il fatto che parli di questo paese che le ha procurato tristi ricordi mi fa supporre che voglia lasciare il Giappone”.
    “Potrebbe anche essere, ma per andare dove?”
    “Una volta mi disse che in America era stata felice, dobbiamo vedere a che ora partono i voli per gli USA”.

    Shinichi si sedette al computer e si collegò con l’aeroporto di Narita, il primo volo per l’America era quello in partenza per San Francisco alle 7.50.

    “Diamine, c’è poco tempo, dobbiamo andare, professore”.
    Certo, prendo la macchina”.

    In cinque minuti furono per strada sul vecchio maggiolone di Agasa, per una volta quel rottame non diede problemi di sorta, forse anche l’auto voleva fermare Shiho.

    “Non capisco, perché partire? Non può andarsene senza una spiegazione”.
    “Io un’idea l’avrei, ma se è come penso, solo tu, Shinichi, la potrai convincere”.

    Arrivarono all’aeroporto alle 7.25. Agasa provvide al parcheggio, Shinichi entrò e cercò l’imbarco per il volo di San Francisco. “Gate 34, stanno già facendo salire, mi devo sbrigare”.

    C’era molta gente al Narita, quella mattina, nonostante l’ora e il giorno di festa un aeroporto come quello è sempre strapieno. Alla fine la vide, con il suo cappotto chiaro era in fila per il passaporto, se avesse superato i metal detector non avrebbe potuto parlarle. La chiamò con tutto il fiato che aveva in gola, tutti i passeggeri in fila si voltarono, ella no. Gridò ancora ed ancora, finché la raggiunse e la fece voltare tirandole un braccio.

    “Che fai, non mi senti, o fai finta? Cos’è succ…”. Le parole gli si fermarono in gola, Shiho, voltandosi verso di lui, mostrava il suo volto rigato di lacrime che, copiose, scendevano dai suoi occhi, bellissimi, ma velati da una profonda tristezza e malinconia.

    “Lasciami andare, voglio partire, perché sei venuto?”
    “Ma dove vuoi andare, perché?”
    “Sono affari miei, solo miei, non ti riguardano”.
    “Certo che mi riguardano, in tutti questi mesi la tua vita mi ha riguardato, eccome. Siamo soci, ricordi?”
    “Quelle parole non contano più, l’Organizzazione è stata distrutta, non siamo più Conan ed Ai, quello che era prima non conta. Non hai alcun obbligo nei miei confronti, ed io non ti devo alcuna spiegazione”.

    Parlando, Shinichi era intanto riuscito a spostarla in un punto meno affollato dell’aeroporto e la fece sedere su un divanetto.

    “Non capisco, fino a ieri andava tutto bene, perché non mi hai detto nulla, non hai parlato neppure con Agasa?”
    “Quell’impiccione, è stato lui ad avvertirti! Non vi ho detto nulla perché sapevo che mi avreste ostacolata, ed io non mi faccio fermare da nessuno, non mi ha fermato l’Organizzazione, di certo non mi intralcerai tu o Agasa!”
    “Non capisco, non capisco il tuo atteggiamento, ed i tuoi discorsi. E poi perché stavi piangendo?”
    “Tu non hai mai capito, MAI! Certo sei un grande detective, l’Holmes del XXI secolo; cielo, che presuntuoso. Allora, Holmes dei nostri giorni, se sei così bravo, dimmi perché stavo piangendo, perché volevo partire. Sei tanto bravo a capire i criminali, ma non capisci nulla del cuore di una donna!!”

    Shinichi rimase come bloccato. Gli tornava in mente una discussione con Ran, avvenuta a Londra qualche mese prima, anche allora la ragazza l’aveva accusato di una cosa del genere, ed ancora prima sua madre gli aveva detto, parlando di Ai, “si capisce subito che quella ragazza ti vuole bene!” Un forte stupore si dipinse sul suo volto. “Ma Shiho, non vorrai dire che…”.

    La ragazza sobbalzò, e quasi urlò: “Zitto, zitto, non dire nulla, è troppo tardi, devo partire! Cavolo, sto perdendo l’aereo, mi devo sbrigare”.
    “Aspetta, non abbiamo finito”.
    “Cosa vuoi da me? Cosa sai tu del mio cuore, della mia anima, dei miei sentimenti? Credi di conoscermi, ma tu hai conosciuto Ai Haibara, una stupida ragazzina impaurita che si aggrappava ad un presuntuoso quattrocchi che faceva l’eroe e la voleva proteggere. Ma tu, di me, di Shiho Miyano, non sai nulla, proprio nulla! L’Organizzazione è sgominata, non c’è più pericolo, siamo tornati adulti, è tutto finito. Io andrò per la mia strada, tu torna dalla TUA Ran, vai, vai, ti ha atteso per tutto questo tempo. L’ho vista l’altro giorno quando vi siete incontrati...”.
    “Tu eri lì!?”
    “Sì, ti avevo seguito, volevo controllare che gli effetti dell’antidoto fossero permanenti, almeno questo è quanto mi andavo ripetendo per giustificarmi con me stessa. Ma vi ho visti: quando l’hai abbracciata, l’hai baciata ed intanto lei piangeva dalla gioia e le lacrime si mescolavano ai vostri baci… ed alle mie stesse lacrime. A quel punto ho deciso di partire: andrò in America, sono una scienziata, troverò un posto in qualsiasi università o laboratorio di ricerca, vai torna da lei, ti aspetta”.
    “Ma, non capisco, è Ran la causa della tua decisione? O sono io? Ma questo vuol dire…, no, non è possibile, non ci credo…”.
    “Per la miseria, ma perché gli uomini devono essere così ottusi? Ti devo fare un disegno? Allora te lo spiego chiaramente. Sì, sì, sì, IO TI AMO!! Ti ho amato da sempre, da quando hai iniziato a proteggermi e mi hai fatta entrare nel tuo mondo, dicendomi che tutto si sarebbe sistemato e che non dovevo preoccuparmi: ricordi quando mi salvasti sull'autobus? Sei uno stupido, ma sai fare bene il principe azzurro, se ti impegni. Ho voluto negare tutto, a me stessa ed agli altri, ho lottato contro il mio cuore con più forza di quanta non ne abbia usata contro l'Organizzazione, ma non ci sono riuscita. Perché credi che ci abbia messo tanto a creare l’antidoto? Volevo averti tutto per me, il più a lungo possibile. Quando andasti a Londra perché ti diedi solo due pillole? Ero pazza di gelosia, sapevo che altrimenti saresti ritornato te stesso per stare con lei, ed avevo ragione. Ti dirò un’altra cosa, l’antidoto è pronto da mesi, quelli che ti ho fatto credere essere prototipi erano versioni incomplete che avevo preparato per farti pensare che il lavoro procedesse a rilento, credi davvero che una scienziata del mio calibro, che ha creato il veleno, non fosse in grado di produrne l'antidoto in tempi rapidi? Era tutto un trucco, un inganno, dettato dai miei sentimenti: più rimanevi Conan, più Ai ti sarebbe rimasta al fianco. Perché ti ho sempre impedito di dire la verità a Ran? All'inizio temevo veramente che rimanesse coinvolta, in seguito compresi che quel nostro segreto ti legava a me in modo speciale, avevamo un segreto tutto nostro, solo nostro, Ran ne era esclusa, e volevo che rimanesse tale. Ma poi hai distrutto l’Organizzazione e non ho potuto più perdere tempo, non avevo più scuse, quindi ho deciso di partire”.

    Shinichi era incredulo davanti a tutte quelle rivelazioni, non aveva mai compreso quanto complesso potesse essere l'animo di una donna innamorata e di quella donna in particolar modo; ma ancora non capiva fino in fondo: “Ma perché, perché non dirmi nulla in questo tempo? Perché partire?”

    “Mi dispiace, ma non posso rimanere in questo paese, troppi tristi ricordi”.
    “Non dire così, non essere precipitosa, non hai nulla da temere, sistemeremo tutto, non andare via”. Shinichi, a sentire quelle parole che uscivano dalla sua bocca, capì il sogno di quella mattina e ricordò il volto della persona con cui parlava.
    “Ho molto da temere, temo i miei sentimenti, temo che possano travolgermi e non me lo posso permettere, ho capito da tempo che tu non provi per me quello che io provo per te, non sono stupida. Tu hai la tua Ran, è una brava ragazza, devi starle a fianco e proteggerla, io mi rifarò una vita altrove, in un paese che non ha visto morire tutti i miei cari ed i miei stessi sogni”.

    “Ultima chiamata per il volo JAL 1785DB delle 7.50 per San Francisco, si avvisano i signori passeggeri, che dovessero essere in ritardo, d’affrettarsi all’imbarco”. La voce dall’altoparlante irruppe sui loro discorsi, Shinichi si distrasse un attimo ed allentò la presa sul braccio di Shiho, braccio che non aveva lasciato per un secondo da quando l’aveva raggiunta al Gate.

    “Devo andare, addio”. Con un scatto Shiho s’alzò dal divanetto e corse a perdifiato verso l'imbarco. Shinichi, dopo un momento d’esitazione, le andò dietro: “Aspetta, Shiho, aspetta!!”. La ragazza diede il passaporto e s’infilò sotto il metal detector, era dall’altra parte.

    “Aspetta, aspetta…!!”. Shinichi si gettò attraverso il metal detector, gli agenti della dogana gli furono subito addosso: “Fermo, dove va, non può passare!”. Ma egli non sentiva nulla di quanto gli dicevano, sentiva solo la sua voce gridare “aspetta, aspetta”. Un agente, vedendo la scena, la chiamò: "Signorina, questo ragazzo le vuole parlare. Signorina, signorina...". Ma Shiho non si voltò, prese i suoi documenti e proseguì.

    “Grazie e benvenuta a bordo, ha fatto appena in tempo, raggiunga il suo posto e buon viaggio”. L’assistente di volo le rivolse quindi un dolce sorriso, ma rimase molto interdetta. Una collega la vide e le chiese: “Che c’è, Miyuki?”.
    “Stava piangendo”.
    L’amica la guardò con curiosità, non capendo la frase.
    “Quella passeggera, la ritardataria che è appena entrata, stava piangendo”.

    La ritardataria si sedette al suo posto, era davvero in ritardo, in ritardo con la vita e con se stessa, quel discorso avrebbe dovuto farlo molto tempo prima, ma non c’era riuscita, ed ora era tardi.

    L’aereo rullava ormai sulla pista ed acquistava velocità: “Addio Shinichi, amore mio, addio per sempre, possa tu essere felice con la tua Ran”.

    FINE

    Edited by Haibarafan - 28/7/2012, 14:17
     
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  2. franky'96
     
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    mueeehhh :pianto: :pianto: :pianto: :pianto: :pianto: :pianto: :pianto: :pianto: un racconto ed un finale degno di aoyama.. grande haibarafan!! bellissimo racconto, perfetto in ogni sua parte.. andrò subito a cercare quello che veniva prima non avendolo letto.. ma prima devo fermare le lacrime :cry: stupendo :woot: :rulex: :applausi: :applausi: :applausi: :applausi: :applausi: :applausi:
     
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    Il primo racconto è qui

    http://detectiveconan.forumfree.it/?t=56979664
     
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  4. vermouth93
     
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    bravissima !!! è bellissimo !!!! complimenti !! :rulex:
     
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  5. kudo kun 96 vs kaito kiddo
     
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    spettacolare... :cry: :cry:
    sei un' artista
     
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    Grazie, ma, non per essere pignoli, sono un uomo, non fatevi ingannare dall'avatar.
     
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  7. kudo kun 96 vs kaito kiddo
     
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    CITAZIONE (Haibarafan @ 15/11/2011, 16:11) 
    Grazie, ma, non per essere pignoli, sono un uomo, non fatevi ingannare dall'avatar.

    xd
    comunque può essere riferito anche ad un uomo :D :D
     
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    Vermouth 93 ha scritto "bravissima", tu hai scritto "sei un'artista". Dal momento che un'artista, con l'apostrofo, si riferisce ad una donna (al maschile sarebbe un artista, senza apostrofo), non può essere usato come unisex. Ma non vi preoccupate, non mi offendo mica per cose così.
     
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    bellissima fanfiction ç__ç
    complimenti haibara
    anche io scrivo ma non sono brava come te ç__ç
     
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  10. Mattei
     
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    Bravissimo è bellissimo! :cry: :cry: :cry: :applausi: :pianto: :pianto: :pianto:
     
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    dietro di te!

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    sei di una crudeltà unica!! sei quasi riuscita a farmi versare una lacrima!! :cry: bellissima comunque ^^
     
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  12. Denny 93
     
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    :T.T: :T.T: l'ho letto tutto di un fiato bellissimo e tristissimo. :D :D :D
    bravissimo :D :D
     
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  13. Sherry-Myano
     
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    bello.... ma è molto più bello il primo.... non ho trovato molto coerente il comportamento di shiho...
     
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    In cosa non è coerente? Se mi spieghi i tuoi dubbi, magari ti posso aiutare.
     
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  15. Amerigo14
     
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    Bella. Mi è piaciuta. Ottimo il finale. Complimenti. :applausi:
     
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44 replies since 15/11/2011, 11:48   1671 views
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