Ossessione Mortale (racconto)

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    Salve a tutti, ecco un nuovo appuntamento con una delle mie storie ("ancora?" si lamenteranno in molti), ebbene sì. Non ho saputo resistere alla tentazione di provocare altre disgrazie da far ricadere sulle solide, e sensualissime, spalle della mia professoressa di chimica preferita (con una prof così avrei prestato molta più attenzione in classe!). Lasciando perdere queste amenità, dirò solo due cose: la storia è un prequel ad Ombre dal Passato, quindi è perfettamente godibile da parte anche di quelli che non avessero letto quel racconto (ma chi volesse leggere anche quello, ed i seguenti, trova il collegamento subito sotto), secondariamente, da un certo punto si capirà che il testo segue, in parte, la trama di un famoso romanzo, mi scuso in anticipo, ma non ho molta fantasia! Ricordando a tutti che gli aggiornamenti saranno il mercoledì e la domenica, auguro buona lettura (come primo appuntamento avremo due capitoli al posto di uno solo).



    Ombre dal passato #entry506393828



    Capitolo 1: Sogni mostruosamente proibiti #entry555420785
    Capitolo 2: Lo Shogun e la Zarina #entry555420785
    Capitolo 3: Pesci fuor d'acqua #entry555590163
    Capitolo 4: Litigi e shopping #entry555810294
    Capitolo 5: Delitto efferato #entry555953107
    Capitolo 6: Non aprite quella porta #entry556170682
    Capitolo 7: Cena di gala #entry556344394
    Capitolo 8: Nuova vittima #entry556556538
    Capitolo 9: Pericoli ed incomprensioni #entry556734143
    Capitolo 10: Dubbi ed incomprensioni #entry556944073
    Capitolo 11: La terza vittima #entry557167992
    Capitolo 12: Interrogatorio #entry557319513
    Capitolo 13: Aggressione #entry557485703
    Capitolo 14: Telefonata #entry557649113
    Capitolo 15: Piano d'azione #entry557839740
    Capitolo 16: Appostamento #entry558031068
    Capitolo 17: Le indagini continuano #entry558182556
    Capitolo 18: Sorprese #entry558338727
    Capitolo 19: Ritorno alla normalità #entry558533487
    Capitolo 20: Tentazioni #entry558733927
    Capitolo 21: La quinta vittima #entry558885659
    Capitolo 22: Hacker #entry559070540
    Capitolo 23: Il file H #entry559211657
    Capitolo 24: Triste verità #entry559395205
    Capitolo 25: Susumu-kun #entry559542605
    Capitolo 26: Scontro finale #entry559728514
    Capitolo 27: Verso il domani #entry559728514







    OSSESSIONE MORTALE

    Capitolo 1

    Sogni mostruosamente proibiti

    “Vi dichiaro marito e moglie! … Può baciare la sposa!”

    Il prete aveva appena finito di parlare, gli invitati stavano già rumoreggiando mentre gli amici urlavano ed incitavano l’uomo che, con fare sicuro e senza mostrare alcuna incertezza, si avvicinò alla donna, le sollevò il velo e s’apprestò a baciarla.

    Il viso raggiante di lei era una gioia per chiunque, i suoi occhi, che si specchiavano sognanti nelle iridi del suo sposo, trasmettevano felicità infinita e totale. Sotto il velo, i suoi meravigliosi capelli ramati ondeggiavano mentre ella si preparava a ricevere il primo bacio del suo sposo …

    Shinichi Kudo si svegliò di soprassalto, con sguardo smarrito ed angosciato. Si voltò verso la meravigliosa ragazza che dormiva al suo fianco nell’enorme residenza dei Kudo e si sentì in colpa. La osservò intensamente; avevano trascorso la serata in discoteca, dove lei l’aveva trascinato controvoglia, poi erano rientrati a casa (sebbene non convivessero, non era inusuale che ella dormisse da lui, nonostante i borbottii del suo famoso padre che non vedeva di buon occhio l’altrettanto illustre detective dell’Est) ed avevano fatto l’amore per lungo tempo, non sapeva dire per quanto, ma era stato bellissimo, come sempre del resto. Poi s’erano addormentati; l’uno nelle braccia dell’altra. I lunghi capelli neri di lei e quel suo bizzarro ciuffo, indomabile come la sua padrona, gli avevano fatto il solletico sotto il naso, ma c’era abituato. L’amava da morire, fin da quando erano bambini; se c’era una cosa che odiava della sua vita come Conan Edogawa era stato vederla soffrire, raccontarle menzogne, ma ora quel periodo della sua vita era concluso. Erano fidanzati ufficialmente, a breve, entro qualche mese, le avrebbe dato l’anello che i Kudo donano sempre alle loro promesse spose (per tradizione le madri davano la propria fede al figlio che la donava a colei che sarebbe divenuta sua moglie). Tutto era perfetto: egli era ormai un detective professionista, giovane, certo, ma già molto affermato (sebbene ufficialmente facesse l’assistente del padre di lei, l’illustre detective in trance), lei s’era iscritta a giurisprudenza per seguire le orme di sua madre, la regina del foro. Nulla poteva distruggere la felicità che avevano ormai raggiunto e che sarebbe potuta solo crescere negli anni; avevano solo 19 anni, la vita li attendeva … ma allora … che cosa voleva significare quel sogno?

    Da quando aveva deciso di chiederla in moglie non faceva altro che sognare il giorno delle loro nozze, solo che, sempre, al momento di baciare la sposa, sollevando il velo non vedeva il volto della sua adorata Ran, ma quello della sua migliore amica, la sua Watson, come la chiamava lui: l’esimia ed illustrissima professoressa Shiho Miyano.

    Sebbene avesse solo un anno più di loro, la donna dai capelli ramati era divenuta già assistente del professor Shiro Sanada uno dei più brillanti accademici della facoltà di chimica dell’università di Tokyo.

    Dopo la vittoria sull’Organizzazione, Shiho, con l’aiuto del professor Agasa, era entrata in contatto con Sanada (vecchio conoscente di Atsushi Miyano, prima che questi sparisse dalla circolazione, ed amico di lunga data dello stesso Agasa). Il docente fu ben felice di accettare la figlia del suo vecchio amico e collega come sua assistente; nonostante la giovanissima età, del resto, la ragazza, vero giovane prodigio con un QI superiore alla media, era ormai una chimica espertissima (avendo inoltre già conseguito due lauree, una in chimica e farmacologia e l’altra in medicina e chirurgia, negli Stati Uniti ai tempi in cui era membro dell’Organizzazione) e non ebbe alcun problema a dimostrare il proprio valore al mondo universitario.

    Da un anno ormai la dottoressa Miyano era collaboratrice dell’anziano luminare e si prevedeva per lei un radioso futuro nel mondo della chimica accademica.

    Nonostante la distruzione degli Uomini in Nero, la giovane, sola al mondo, era rimasta ospite del dottor Agasa e come tale, vicina di casa dei Kudo, era divenuta una presenza fissa alla villa, dove entrava ed usciva come se nulla fosse.

    Shinichi la considerava una sua carissima amica, ma allora … perché quel maledetto sogno? Lo faceva sentire in colpa e lo amareggiava; consciamente non aveva mai pensato a Shiho come ad una possibile compagna, ma i suoi sogni dicevano altro? Che fosse ansia prematrimoniale troppo in anticipo?

    Tutti questi pensieri lo fecero svegliare completamente; diede un leggero bacio a Ran che continuava a dormire e scese di sotto per preparare il caffè.

    L’aroma della bevanda aveva appena iniziato a spandersi per la cucina quando colei che tormentava il suo sonno fece il proprio ingresso. Sebbene fosse stata sempre una che s’alzava tardi, gli impegni universitari le avevano modificato le abitudini ed ora era divenuta molto mattiniera (anche se continuava a fare le ore piccole in laboratorio).

    Erano solo le 7.15 e Shiho Miyano si stava già accomodando su uno sgabello della cucina del suo vicino con un quotidiano in mano; sbadigliò e prese il caffè.

    “Ecco la mia sbadigliona dallo sguardo truce! Ma tu non ce l’hai una casa?”

    “Come, scusa? Vorresti forse dire che sono un impiastro?”

    “Ecco io … ecco io …”.

    “Hai un eloquio molto brillante appena svegliato!”

    “No, è che ho sognato che tu …”.

    “Che io?”

    “No, … che io ti …”.

    “Tu … cosa?”

    “Mi fai confondere quando fai così!”

    “Ma se non ho fatto nulla; mi sono solo seduta, dopo averti educatamente salutato, cosa che tu non hai fatto! Cos’è, sei nervoso perché temi che Ran possa arrabbiarsi nel vedermi qui così presto?”

    “Ma no, figurati, non è questo …”.

    “Allora che problema hai?”

    Shinichi non sapeva come uscirne, la Miyano era l’unica donna che la sapesse più lunga di lui e gli tenesse testa mandandolo nel pallone. Già normalmente era difficile non finire all’angolo se lei decideva di usare le sue capacità, se a questo si aggiungeva il turbamento per sogni proibiti, non c’era speranza di salvezza. Il quotidiano che la giovane aveva portato con sé e posto sul bancone della colazione gli fornì la luce in fondo al tunnel.

    “Che notizie ci sono nel mondo del crimine?”, le chiese.

    “Il solito: rapine, aggressioni, furti, delitti, etc.”.

    “Interessante!”

    “Solo tu puoi trovare interessanti queste cose”, e così dicendo gli sventolò sotto il naso il giornale. Poi riprese:

    “Dimmi tu cosa ci trovi di esaltante in una bambina calpestata da un tizio!”

    “Come?”

    “Sì, a quanto ho letto”, e così dicendo aprì il quotidiano sulla pagina che riportava la notizia, “ieri sera una bambina di 9 anni stava rientrando a casa dal supermercato aperto 24 ore, svoltando in una traversa è finita contro un uomo che l’ha urtata e buttata a terra”.

    “Un incidente, nulla di speciale”.

    “Aspetta! Il tizio non solo non s’è preoccupato dell’accaduto, ma ha proseguito per la sua strada calpestandola e facendola urlare per il dolore. Nemmeno allora l’uomo s’è fermato, ma ha continuato a camminare allontanandosi. Un passante, che aveva visto tutto, l’ha rincorso e fermato, così quello s’è voltato contro di lui e l’ha colpito con il bastone da passeggio, lasciandolo a terra sanguinante. Quindi s’è dileguato”.

    “Che cosa orribile!”, la voce alle loro spalle li fece voltare e così i due videro la giovane Ran Mori che li osservava con uno sguardo incredulo per quello che aveva appena sentito.

    “Ciao, Shiho, buongiorno!”

    “Ciao, Ran, ben svegliata! Avete fatto le ore piccole?”, le disse con tono malizioso.

    “Ma ti fai gli affaracci tuoi?”, le strillò inviperito Shinichi.

    “Dalla tua reazione esagerata direi di sì!”, ridacchiò.

    “Sei malefica!”

    “Lo so, lo so. Sono una donna malvagia, una donna in nero!”

    Rise di tutto cuore, mentre l’amica si sedeva al suo fianco e, sorseggiando il caffè continuava a leggere l’articolo del quotidiano. Miyano completò:

    “Comunque, la bambina non s’è fatta nulla ed anche il suo soccorritore se la caverà con poco. Ma il tizio è sparito nella notte”.

    “C’è una sua descrizione?”, chiese Kudo.

    “Oh, oh, il detective dell’Est è interessato? Ma non c’è stato alcun morto!”

    “Rimane comunque un fatto molto strano”.

    “La bambina non ha saputo dare alcuna informazione; l’uomo aggredito ha detto che l’ha visto di sfuggita, ma che non era molto alto, tutto curvo, non aveva un viso particolare ma mostrava uno sguardo maligno negli occhi: da far gelare il sangue”.

    “Non è molto!”

    “Questo è quanto”.

    “Quanta cattiveria nel mondo!”, sentenziò Ran mettendo da parte il quotidiano. Poi si sollevò sullo sgabello e diede un bacio al suo ragazzo.

    “Buongiorno, amore mio!”, commentò Kudo.

    “Allora lei la saluti!”, valutò Shiho. Poi ruotò su se stessa e scese dalla sedia.

    “Bene, vado a prepararmi per andare a lavoro, non ho intenzione di vedere due colombi tubare di prima mattina!”

    Salutò con una mano ed andò via.




    Capitolo 2

    Lo Shogun e la Zarina

    Da quando Kudo era tornato se stesso ed aveva abbattuto l’Organizzazione, la sua vita era divenuta stabile e priva di sorprese. Aveva una ragazza che adorava, degli amici fidati, qualche partitella a pallone per passare il tempo, i suoi adorati delitti.

    Risultare, in teoria almeno, fin quando non avesse ottenuto l’abilitazione richiesta, assistente del famoso Kogoro Mori aveva reso la sua già ampia celebrità di livello nazionale. In effetti Shinichi lavorava sempre da solo, ma a volte prestava soccorso al suo quasi suocero che, privo dell’appoggio dell’occhialuto Conan finiva, il più delle volte, per annaspare miseramente. Nonostante ciò, lo zietto, come lo chiamava il giovane, continuava a fare il difficile e non voleva accettare che la sua bambina fosse legata sentimentalmente al ragazzo.

    Tutto sommato, però, la posizione economica solidissima dei Kudo e le indubbie qualità del giovanotto annullavano quasi totalmente ogni possibile rimostranza. Come criticare un riccone che fa il tuo stesso lavoro, con molto più successo di te e che non ha i tuoi bruttissimi vizi (amore per corse di cavalli, birra, mahjong ed attricette della tv)?

    “Dove vuoi che ti porti?”, chiese Kudo alla sua fidanzata mentre i due salivano in auto.

    “Alle 9.00 ho una lezione di diritto costituzionale, portami in facoltà. Il professor Onizuka è un vero demonio, se arriviamo in ritardo non ci fa assistere alla lezione e poi si vendica in sede d’esame”.

    “Ma che bastardo!”

    “Però è molto bravo, quindi conviene sopportare le sue angherie”.

    “Ho fatto benissimo a mettermi a lavorare non perdendo tempo dietro ad una laurea che non mi sarebbe servita!”

    “Non dire così; potevi almeno seguire quel master organizzato dall’FBI a cui ti aveva invitato la signorina Jodie”.

    “Non ne ho il tempo; ne ho sprecato troppo come Conan, voglio riprendermi la mia vita. In seguito, magari, ne riparleremo; l’FBI ed i suoi corsi non scappano di sicuro! Per ora voglio solo dedicarmi alle indagini private … ed a te!”

    Dicendo così si avvicinò a Mori e le diede un bacio sulle labbra, facendola diventare tutta rossa.

    “Ci possono vedere!”

    “E chi se ne frega!”

    “Mi farai fare tardi!”

    “Va bene; ma questa sera voglio la ricompensa doppia!”

    “Sei un maniaco! Questa sera non posso ho gli allenamenti di karate, lo sai”.

    “Uffa!!!”

    “Non mettere il broncio, sai che ho il torneo tra poco, non sei più Conan, non fare capricci e parti!”

    Kudo annuì e l’auto si immise nel traffico.



    Tornata a casa Agasa, Shiho Miyano si infilò sotto la doccia e, mentre l’acqua iniziava a bagnarle le spalle, si ritrovò a pensare alle effusioni dei suoi vicini.

    “Dovrei smetterla di andare da loro … da lui. Non mi fa bene, mi faccio male da sola. Nulla potrà mai cambiare, mi sembra chiaro. Sono solo una sua amica, nient’altro. Forse dovrei cercarmi una casa per conto mio, lontana da Beika; ma non voglio allontanarmi, maledizione, non voglio”.

    Finita la doccia, la studiosa si vestì e si diresse all’università per la prima lezione della mattina.


    Il professor Sanada era un rispettabilissimo membro del corpo universitario nipponico; 68 anni, scapolo convinto, dai saldissimi principi morali, magro ed alto, più della media giapponese, era un pilastro della comunità. Discendente da antichissima famiglia, si diceva che i Sanada risalissero al periodo degli Stati Combattenti, vari membri del clan erano stati collaboratori di diversi daimyo e perfino di più di uno shogun, il primo Shiro Sanada, fondatore delle fortune della famiglia, era stato fidato collaboratore del famoso Ieyasu Tokugawa e suo consigliere nella pianificazione della battaglia di Sekigahara. Per tutti questi motivi, il professore era da sempre soprannominato “Shogun”, sia dai colleghi, sia, alle sue spalle, dai propri alunni.

    La vita irreprensibile del professore aveva subito un contraccolpo imprevisto a causa dell’arrivo di un terremoto dai capelli ramati. Da quando il suo amico Agasa gli aveva presentato la figlia del suo vecchio conoscente, Atsushi Miyano, numerose voci avevano cominciato a girare sul loro conto.

    Il fatto che Shiho, a 20 anni, fosse divenuta primo assistente dello “Shogun” aveva dato adito a mille illazioni. I tanti che s’erano visti soffiare il posto, i molti che si ritrovavano interrogati agli esami da una ragazza a volte loro coetanea, ma molto spesso più giovane o più anziana di poco dei suoi stessi alunni, parlavano alle spalle. Chiunque fosse rimandato ad un esame si trovava in diritto di sostenere che la “ragazza”, come la chiamavano alcuni, avesse preso una cantonata (perché inesperta o poco preparata) dando un giudizio errato sull’esaminato (Sanada, del resto, avendo testato le qualità della giovane pupilla, le aveva dato carta bianca, e non si curava minimamente dei detrattori).

    Tanti, ovviamente, in modo più onesto, ammettevano che la professoressa Miyano era lì perché effettivamente un prodigio, ma erano molti quelli che, per cattiveria o per mancanza d’obiettività o perché non la conoscevano non accettavano questa verità, lampante per chi la volesse vedere, ed immaginavano chissà quali torbidi segreti dietro quell’improvvisa scelta del professore che aveva preso un’assistente così giovane, e tanto bella, come suo braccio destro.

    D’altro canto la stessa Shiho aveva saputo fin dall’inizio che la situazione sarebbe stata dura, almeno fin quando non avesse dimostrato il proprio valore. Sia Agasa sia lo stesso Sanada l’avevano avvertita. Ella stessa, inoltre, aveva recepito le voci ed i bisbigli che si alzavano quando lei passava nei corridoi; molti lo facevano perché invidiosi della sua posizione, altri perché intimoriti, altri ancora perché cercavano di darsi una spiegazione logica del perché una loro coetanea non solo non fosse una studentessa come gli altri ma anzi si sedesse in cattedra per spiegare ed interrogare. Molti stupivano nel constatare che anche l’irreprensibile Sanada si fosse fatto, alla fine, irretire da una maliarda con un terzo dei suoi anni (del resto non sarebbe stato né il primo né l’ultimo nel mondo universitario a comportarsi così) e le avesse dato tanto potere.

    Chi aveva la bontà di seguire le sue lezioni, comunque, non poteva non riconoscere che era una docente giovane ma estremamente preparata. Poi c’erano i pretendenti; come una novella Penelope, la giovane assistente aveva uno stuolo di studenti, più o meno suoi coetanei, che ci provavano in tutti i modi. In pratica l’università era spaccata in due: chi la conosceva la difendeva e l’apprezzava, chi era stato respinto o danneggiato in qualche modo o semplicemente invidioso, la disprezzava e ne parlava male.

    Per evitare ogni impiccio, la Miyano aveva sollevato una “cortina di ferro” tra lei ed il resto della facoltà e, dall’alto delle sue mura, osservava gli assedianti con fare sicuro e distaccato. Così se Sanada era lo Shogun, lei era stata soprannominata, complice anche il suo aspetto non proprio nipponico, “Caterina la Grande” (come la famosa zarina del XVIII secolo), temuta ed odiata da molti. Alcuni, però, avevano preferito un soprannome più breve e facile da ricordare, quindi ad un certo punto “Caterina la Grande” era divenuta semplicemente “la Zarina” per antonomasia.

    Shiho però non si curava di tutto ciò; faceva spallucce quando le riferivano qualche nuova cattiveria su di lei e tirava diritto per la sua strada. Aveva sempre sognato una vita normale ed ora che l’aveva raggiunta non sarebbero stati quattro invidiosi a rovinare tutto. Non s’era piegata davanti a Gin e Vermouth, non si sarebbe arresta di sicuro di fronte a quattro studentelli universitari. Pensando ciò, la Zarina entrò in aula per iniziare la lezione, posò il suo caffè sulla cattedra, salutò gli alunni e, preso il gessetto, cominciò a tracciare formule chimiche sulla lavagna.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo


    “Avete visto? Lo Shogun è andato a farsi una sveltina dalla Zarina! Che vergogna!”


    Edited by Haibarafan - 16/7/2014, 13:32
     
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    Eccomi qui capo! :riot:
    Prima d'iniziare il commento per questi due capitoli, avrei una domanda... Questo prequel, fin dove arriverà? Ti prego rispondimi fino alla proposta di matrimonio (ovviamente non con la mora, ma con la ramata :pff: ). Sono troppo curiosa di vedere come si è arrivato fin lì. Comunque passando ai capitoli, senza troppi giri di parole, grandiosi! Ormai non mi dispiace nemmeno più vedere Shinichi con Ran, loro sono la coppia principale e basta. Questo solo perchè nessuno è degno della Dea! Oppure per questa storia non mi dispiace molto perchè tanto so come andrà a finire :rotfl:
    Poi certo che se Ran si arrabbia al suo ritorno tanto sbagliato non è. Che si fosse rifatto semplicemente una vita ok, ma il suo caro fidanzato si sognava Shiho anche prima! XD
    Lo spoiler non mi piace, il mio istinto omicida sale, qualcuno farà una brutta fine! :angry:
    Felice che questa storia sia iniziata, al prossimo!
     
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  3. aihaibara1043
     
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    Salve capo!! :D
    I miei complimenti per i primi due capitoli che già mi incuriosiscono molto.
    Se nel terzo capitolo scoprirò chi ha detto la frase sotto spoiler giuro che lo faccio fuori!!
    Shinichi, sei proprio un tonno! Ran? Perché proprio lei?? Meglio Shino!! Ragionaci su!!
    Comunque rinnovo i miei complimenti, aspetto il prossimo capitolo. ^_^
    Alla prossima capo!
     
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    La storia si fermerà prima di quel momento, è un prequel molto prequel. Vedrete in seguito. Colui che pronuncia la frase sotto spoiler non avrà il tempo di pentirsi (nessuno offende la Divina e la scampa, neppure se è un personaggio delle mie storie)!
     
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    Capoo ecco finalmente questo prequel tanto atteso*---*
    Primi capitoli di introduzione bellissimi*.*
    Mi piace moltissimo il rapporto che descrivi tra tonno e puccia adulti...penso sarebbe lo stesso che si vedrebbe se la serie arrivasse a questo punto... (sinceramente sto perdendo le speranze... :lool: )
    Il tonno che si sogna Shiho mentre ha al suo fianco Ran eh?.... :pff: (certo che dire ciuffo ribelle è un eufemismo..se non sta attento Shinichi rischia di bucarsi il mento altrochè... :rotfl: )
    Ho notato che hai usato il nomignolo che il tonno aveva usato con Ai "sbadigliona dagli occhi truci"..lo adoroXD
    In effetti recriminare su Ran non ci serve poi a molto.. come dice Stella sappiamo già come finirà...XD Siamo curiosi di vedere come si giungerà a quel punto... :shifty:
    Chi osa fare quei commenti su Shiho?? :knf:
    Il Prof Onizuka...è chi credo che sia?XD
    Aspetto il prossimo capitolo**
     
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    Sì, Onizuka è chi credi che sia! Solo che, essendo Great, è passato all'università!!

    Anch'io adoro il soprannome dato dal nano ad Ai (e s'adatta perfettamente!!).
     
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    Finalmente la nuova storia :xd:!!!!!!!!!!!!
    Caro Shinichi, spero davvero che quel sogno ti faccia capire che è Shiho la donna giusta per te e non Ran.
    Comunque povero Kudo... alla fine è rimasto a fare da assistente a Goro :asd:, invece Shiho è l'assistente di Onizuka all'università!!!
    Sono curiosa di cosa accadrà dopo!!!
     
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    Non facciamo confusione, Onizuka è docente di Ran; Sanada di Shiho. Prossimo aggiornamento domenica, sebbene sia Pasqua, io vi penso sempre!


    Capitolo 3

    Pesci fuor d’acqua

    Conclusa la lezione, Shiho si ritirò nel suo studio. Sebbene fosse solo un’assistente, e l’ultima arrivata, Sanada le aveva fatto assegnare un ufficio tutto per lei, suscitando altri mormorii. L’unico che non s’era lamentato era stato il primo assistente dello Shogun, Susumu Kodai, 29 anni. Il giovanotto, brillante chimico, seppure inferiore a Miyano, era un ragazzo alto e con una folta chioma corvina in perenne disordine. Gli occhiali, da vero secchione, nascondevano due profondi occhi azzurri che mostravano un animo buono e cortese.

    Le solite voci avevano subito iniziato a malignare su di lui; che il primo assistente si facesse scavalcare dall’ultima arrivata, senza lamentarsi, era oltremodo sospetto. Tutti cominciarono a mormorare che il giovanotto si fosse preso una mostruosa infatuazione per la sensualissima e misteriosa collega; per una volta, i maligni, avevano totalmente ragione! Il povero Kodai era divenuto il cagnolino al guinzaglio di Shiho tramutandosi in suo galoppino e segretario; la Miyano, però, manteneva anche con lui il suo solito riserbo, unico strappo alla sua cortina di ferro era stato il chiamarlo per nome e non per cognome.

    La docente più chiacchierata della facoltà aveva appena concluso gli appuntamenti con gli alunni ed i tesisti, quando nel suo ufficio entrò Sanada. L’anziano docente, dopo i soliti saluti di cortesia, si accomodò sul divanetto e disse:

    “Shiho, come sai ogni anno in questo periodo il preside della nostra facoltà organizza una cena per raccogliere i fondi per le ricerche. A turno i cattedratici sono incaricati di occuparsi del simposio; quest’anno il preside ha scelto me”.

    “Congratulazioni, professore!”

    “Aspetta ad essere felice! Tu sai benissimo che odio queste mondanità; anche negli anni passati ho solo presenziato per motivi di pubbliche relazioni, ma non sopporto quei ricconi snob. Quindi ho deciso che sarai tu ad occuparti di tutto!”

    “IO?”, Miyano spalancò gli occhi.

    “Sì, puoi farti aiutare anche da Susumu, l’importante è che tutto vada bene e che i finanziatori siano soddisfatti!”

    “Ma faremo il ricevimento a casa sua?”

    “Da me? No, no! Io ci tengo alle mie abitudini; ho esperimenti in corso che non posso mostrare ad alcuno né interrompere. No, da me è impossibile … pensa tu a tutto; sono sicuro che troverai un posto adeguato alla situazione. Se ci sarà da pagare qualcosa fammi sapere, sai che i soldi non sono un problema per me! Il ricevimento è per il 12 di questo mese”.

    “Ma c’è una settimana!”

    “Mi fido completamente di te”.

    Detto così il professore si alzò ed andò via. Shiho inarcò appena un sopracciglio ma, se non fosse stata una signora, avrebbe imprecato come un camionista ubriaco.


    In quel momento un pesce fuor d’acqua si aggirava per i corridoi della facoltà di chimica: Shinichi Kudo, accompagnata Ran a lezione e concluso un appuntamento con una bella cliente che voleva incaricarlo di pedinare il marito di cui sospettava il tradimento, aveva deciso di passare dalla sua amica e vicina di casa a lavoro.

    Non era cosa tanto inusuale; altre volte, non avendo nulla da fare, era andato a bighellonare da Shiho, forse voleva essere sicuro che la sua amica si trovasse bene nel nuovo ambiente di lavoro, forse era solo un modo per passare il tempo, ma l’Holmes del XXI secolo non perdeva occasione per gironzolare attorno al suo Watson.

    Kudo era quasi giunto vicino al corridoio che portava all’ufficio di Shiho quando incrociò Sanada che andava via. I due si scambiarono un cenno, sebbene si conoscessero ormai, era chiaro che il docente avesse fretta, era pallido e sudato, e non volle fermarsi nemmeno per dire due parole con l’amico della sua collaboratrice. Il luminare aveva fatto qualche altro passo veloce verso l’uscita quando Shinichi udì i commenti di alcuni studenti:

    “Avete visto? Lo Shogun è andato a farsi una sveltina dalla Zarina! Che vergogna!”

    “Però è brava quando spiega!”

    “Non dev’essere brava solo in cattedra, evidentemente! Che puttana!”

    “Ma smettila, che fino a dieci giorni fa le sbavavi dietro; solo che lei t’ha mandato a farti un giro!”

    “Non è assolutamente vero, io …”.

    “Scusate, ragazzi”, s’intromise Kudo mettendo una mano sulla spalla del giovane che gli dava le spalle, “di cosa parlare?”

    “E a te che t’importa? Chi sei, chi ti conosce?”

    “Chi sia non è importante, ma non è bello parlare in quel modo della vostra professoressa”.

    “E chi sei, il suo ragazzo? Mi dispiace, bello, ma faresti meglio a lasciarla stare; la Zarina si ripassa già lo Shogun”.

    “E chissà quanti altri!”

    I tre si misero a ridere sguaiatamente, Kudo strinse la presa sulla spalla del tizio che aveva afferrato, il ragazzo smise di sghignazzare ed iniziò a piegarsi di lato dicendo “ahi, ahi”.

    “Non è bello offendere una professoressa, per di più calunniandola!”

    “Ok, stronzo, vieni in cortile, che risolviamo la questione”. I quattro si allontanarono verso l’esterno dell’edificio.




    “… la ringrazio signorina, allora aspetto la lista con l’elenco dei partecipanti al banchetto”.

    Miyano chiuse la comunicazione e sbuffò; parlare con la segretaria del preside le dava l’angoscia; una vecchia zitella acida e dal carattere insopportabile. Assomigliava alla signorina Rottenmeier di “Heidi”; “forse la Rottenmeier era più simpatica”, valutò. Qualcuno bussò.

    “Avanti”.

    Si aprì la porta e Shiho rimase con la bocca aperta:

    “Ma che cavolo hai combinato? Un marito pedinato ti ha beccato in fragrante?”

    “Sì, … diciamo così!”

    Kudo, con un evidente occhio nero, si accomodò sul divano e, con l’altro occhio ancora buono, diede un’occhiata in giro. L’ufficio della sua amica era di medie dimensioni, con diversi scaffali lungo i lati, pieni di volumi di chimica e di tesi di studenti, da un lato il divano e due poltroncine creavano un angolo dove scambiare più comodamente due parole, poi c’era il grande scrittoio, ampio ma ingombro di libri, fotocopie, dispense e tesi.

    Shiho si alzò e s’avvicinò all’amico, gli mise le mani in faccia e, con delicatezza, gli controllò l’occhio pesto.

    “Non hai più 7 anni, devi smetterla con le risse!”

    “Ma quale rissa; è stato uno scambio di opinioni!”

    “Scambio d’opinioni?”

    “Un po’ movimentato, ma non ti preoccupare. Piuttosto, bello il tuo ufficio, è la prima volta che lo visito, le altre volte ci siamo visti alla caffetteria qui di fronte, è sempre di proprietà di quelle tre super sorelle?”

    “Ran non sarebbe felice se sapesse che vai lì!”

    “Allora è per far un piacere a lei che non mi ci hai più portato?”

    “Tieni, mettilo sull’occhio!”, così dicendo gli passò del ghiaccio che conservava nel piccolo freezer dietro la scrivania.

    “Ci tieni la birra in fresco?”

    “No, ci sono provette ed esperimenti che devono stare sotto zero. Non sono un’ubriacona come certi detective!”


    Proprio allora bussarono alla porta ed entrò l’altro assistente di Sanada.

    “Professoressa Miyano, ho controllato i locali che mi aveva suggerito, sono tutti occupati per la sera del 12. Siamo nei guai … salve, signor Kudo”. Il detective annuì tenendo il ghiaccio sull’occhio e la testa all’indietro.

    “Ah, professoressa, ha sentito le voci? Sembra che qualcuno abbia picchiato tre nostri studenti del primo anno; li hanno trovati svenuti nei giardini del secondo chiostro”.

    Shiho si voltò con volto stupito verso l’amico, che fece finta di nulla e continuò a tenere il ghiaccio sulla parte dolorante.

    “Susumu-kun, per favore, vai a vedere come stanno e poi torna a riferirmelo; mi sento un po’ in colpa per loro”. Kodai fece un inchino ed andò via.

    “Susumu-kun?, e da quando è diventato Susumu-kun?”, disse il detective alzando la testa e togliendosi il ghiaccio dalla faccia. Il suo sguardo da malandrino che la sa lunga era intollerabile.

    “Che vuoi dire? Non capisco!”, rispose facendo la finta tonta Miyano.

    “Non hai mai permesso a Genta e Mitsuhiko di chiamarti per nome. Mi hai chiamato Kudo o Edogawa per mesi e mesi; solo ora, su mia pressione, hai deciso di chiamarmi Shinichi, ma io non ho nessun kun, Shiho-chan!”

    “Non ti prendere tutte queste confidenze, il chan usalo con una delle tue clienti svampite o con la tua ragazza”.

    “Allora parliamo di Susumu-kun”.

    “Non c’è nulla da dire; è un bravo ragazzo e mi sta aiutando molto ad ambientarmi, mi ha chiesto se volevo chiamarlo per nome, ho accettato, tutto qui”.

    “E perché tu rimani la professoressa Miyano?”

    “Gli diedi il permesso di chiamarmi per nome, ma è diventato tutto rosso e non riusciva a guardarmi in faccia, così siamo tornati al cognome”.

    “Oh, oh, oh!”

    “Smettila con quell’espressione divertita, sei insopportabile!”

    “Abbiamo fatto colpo!”

    “Ma figurati; e comunque non sono affari tuoi. Cambiando discorso, che significano quei tre svenuti nel cortile? Mi vuoi mettere nei guai?”

    “Io non …”.

    “Non provare a mentirmi; è chiaro che sei stato tu. Ti conosco!”

    “Hanno detto cose orribili sul tuo conto ed io li ho sentiti, che dovevo fare?”

    “Ma sei scemo? Non puoi picchiare tre miei alunni!”

    “Ma loro …”.

    “Non importa, non sono gli unici a dire cattiverie su di me, non mi importa; io ho lavorato con l’Organizzazione, credi che mi preoccupi per due malignità? Ma non posso permettere che ti metta a picchiare la gente; inoltre … non te l’ho chiesto; non sei … il mio ragazzo”.

    “Scusa … sono stato impulsivo, ma non avevo mai sentito nessuno parlare di te in quel modo, e mi sono infuriato. Però mi sono trattenuto fin quando non siamo stati lontani dal tuo ufficio!”

    “Ma che premuroso!”

    “Come posso farmi perdonare?”

    Shiho rimase qualche attimo a pensare; poi si illuminò in volto, incrociò le braccia sul petto e, squadrando l’amico con aria sostenuta, disse:

    “Un modo ci sarebbe. Hai sentito che mi serve un posto dove tenere un banchetto per facoltosi mecenati da convincere a finanziare le nostre ricerche. La cena è per il 12, Sanada mi ha incaricato di occuparmi della questione e sono nei guai. Quindi sono sicura che tu sarai ben felice d’offrire villa Kudo come location per il ricevimento”.

    “Aspetta … un’orda di ricconi a casa mia dove tu dovrai mungerli come mucche?”

    “Sì! Ricordati che hai picchiato tre miei alunni e stai usando il mio ghiaccio, che è di proprietà della facoltà!”

    “Dovevo rimanere a casa, lo sapevo! Ok, vada per il ricevimento. Casa mia è casa tua, lo sai”.

    “Sei un tesoro!” e gli diede un bacio sulla guancia. Il rumore proveniente dalla porta li fece voltare di scatto; Kodai, entrando senza bussare, aveva visto la scena e fatto cadere i libri ed i fogli che aveva in mano.

    “Scu- scusate”, balbettò, “vado via e vi lascio soli. Professoressa, i ragazzi sono in infermeria, ma stanno bene, non hanno voluto dire chi li ha aggrediti; la segretaria del preside le invia l’elenco degli ospiti per il banchetto. Ora vado!”

    “Aspetta, Susumu-kun, senti qua. Shinichi ci ha, spontaneamente, offerto casa sua per organizzare la cena”.

    “Davvero?”, chiese il collaboratore.

    “Sì, sì”, confermò Shinichi che poi aggiunse, “spontaneamente”.

    “Quindi risolto questo, dobbiamo organizzare il catering, sono sicura, Susumu-kun, se saprai cosa fare!”

    “Naturalmente, professoressa, vado a fare qualche telefonata”.

    “Sei un tesoro, sarei perduta senza di te!”

    Il giovanotto andò via, Kudo scosse il capo.

    “Che c’è?”, domandò Shiho.

    “Poveraccio, è ridotto ad un cagnolino scodinzolante!”

    “Come?”

    “Si vede lontano un miglio che è cotto di te”.

    “Siamo solo amici”.

    “Ma se stava morendo all’ingresso quando ha visto che mi eri saltata addosso!”

    “Non … non … non dire assurdità; non sono saltata addosso a nessuno! L’ultima cosa che mi serve sono altri pettegolezzi”.

    “Ok, ok, non ti scaldare. Scusa!”

    “Vai via!”

    “Ma volevo invitarti per un caffè”.

    “Ho … ho da fare … ti ringrazio per il tuo aiuto con il ricevimento, ma ora vai!”

    Detto ciò lo mise alla porta, la richiuse e si mise le mani sulle guance tutte rosse:

    “Saltargli addosso! Che stupidaggine!”



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “Certo, certo, per lei ci sei sempre in qualunque giorno, a qualunque ora”.
     
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    A quanto pare ci ha pensato il nostro caro Kudo a difenderla da quei pettegolezzi :pff:
    In questo capitolo l'ho apprezzato molto, insomma mi piace molto il loro rapporto! E Shiho piuttosto imbarazzata mi piace... Questi capitoli so belli! Hanno molta spensieratezza... Ma penso che presto capiterà qualcosa ^^"
    Lo spoiler mi piace, che sia Ran? XD
    Al prossimo!
     
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  10. aihaibara1043
     
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    Complimenti!
    Bravo Kudo che l'hai difesa, complimenti!!
    Capo, faccio anche a te i miei complimenti: il capitolo mi è piaciuto moltissimo, i capitoli in generale sono belli da leggere e non pesa leggerli. La nostra Shiho imbarazzata, che carina!!
    Comunque complimenti, aspetto il seguito!!

    Edited by Ai Kudo - 17/4/2014, 16:33
     
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    Bravo Shinichi che da la giusta punizione al sacrilegio di aver insultato Shiho..così si fa :U.U:
    Nonostante conosca già come in futuro si evolveranno le cose leggendo questi capitoli, ogni volta che cè qualche scena tra i due, non posso fare a meno di provare una gioia spropositataXD Mi piacciono da morire insieme e paradossalmente più in questo contesto che come coppia..forse perchè questo rapporto è identico a quello che si vede nella serie e tutti noi vorremmo divertirci con scenette del genereXD
    E così villa Kudo sarà lo scenario di questo evento..magari Shiho in un abito mozzafiato che manderà al tappeto il caro tonno?.. :pff:
    Dallo spoiler mi sa che ciuffo ribelle comincia a capire qualcosina... :asd:
    Non vedo l'ora di leggere il seguito..al prossimo capitolo**
     
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  12. Chris Vineyard
     
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    Mi aggiungo felicemente alle altre decantatrici di questa fanfic!
    Con te Capo che scrivi, non mi viene da imprecare contro Ran.
    Ma passo subito a elogiare la splendida caratterizzazione della professoressa di chimica più affascinante del mondo, davvero perfetta in ogni minimo dettaglio.
    Kudo mi fa piacere che difenda la Dea, ma ha ancora molta strada da percorrere se vuole una sua benedizione.

    A Domenica, per festeggiare una Pasqua in compagnia della ramata. :)
    Vivissimi complimenti per lo stile^^
     
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    Augurando a tutti buona Pasqua, ecco il nuovo capitolo, sarà un episodio tranquillo, di transizione, ci si vede mercoledì.



    Capitolo 4

    Litigi e shopping

    “Ma dovevamo andare a cena dai miei!”

    Shinichi aveva appena comunicato a Ran d’aver prestato la villa a Shiho per il 12 e s’era scatenato l’inferno.

    “Scusa, non ci ho pensato. Aveva bisogno d’aiuto e così …”.

    “Certo, certo, per lei ci sei sempre in qualunque giorno, a qualunque ora”.

    “Non dire così; sai che siamo amici e che lei è sola al mondo”.

    “Mi sembra che se ne approfitti un po’ troppo però”.

    “Sei ingiusta, Shiho è una ragazza autonoma che non ha bisogno di nessuno”.

    “Però è sempre a casa tua, in qualunque momento, in qualunque occasione. E chi cerca se le serve qualcosa?”

    “Ma è sola al mondo!”

    “Ha Agasa”.

    “Ma il professore è svampito, lo sai, e poi non è nemmeno in città per tutto il mese”.

    “E perché non organizza la mungitura delle vacche a casa sua?”

    “La villa è più elegante della residenza del professore, lo sai benissimo, se deve impressionare dei ricconi è la scelta migliore”.

    “Sono sicura che se invece di lei ci fosse stato un ciccione obeso non ti saresti preoccupato della sua solitudine”.

    “Che vorresti dire?”

    “Lasciamo stare, non vorrei parlare troppo e dire cose offensive”.

    La Mori fece per scendere dall’auto con cui Kudo era andata e riprenderla dopo le lezioni pomeridiane. Shinichi la fermò:

    “No, ora parli!”

    “Voglio bene a quella ragazza, ma certe volte sembra che ti ronzi intorno in modo sospetto”.

    “Sospetto?”

    “Secondo me ha una cotta per te e questo mi fa impazzire!”

    “Ma per favore! Shiho mi ama? Bella barzelletta! Sorvolando che la signora dei ghiacci ama solo il suo lavorom non sono io quello che le scodinzola dietro come un cagnolino”.

    “Cioè?”

    “L’altro collaboratore di Sanada, Kodai, è perso nei suoi occhi!”

    “Kodai? Mi pare d’averlo visto una volta; è un bel ragazzo. E dici che ne è innamorato?”

    “A me è sembrato così”.

    “E lei?”

    “Lo tiene a distanza, come tutti, del resto”.

    “Lo vedi che ti ama? Kodai è un ottimo partito e lei non lo degna di uno sguardo, certo, perché punta ad altro”.

    “Ran, ora basta, questi tuoi scatti di gelosia sono ridicoli e fuor di luogo. Non c’è nulla tra me e Shiho; è una mia amica, mi ha chiesto un favore e l’ho accontentata. Per la cena prova a chiedere a tua madre se la può spostare di qualche giorno, una qualunque sera andrà bene”.

    “Certo, certo, tutto per sua signoria, la divina Miyano!”

    “Ran!”

    “Ma perché non va via? Perché non parte? T’ha messo nei guai con i suoi intrugli ed anche ora crea problemi, speravo che, vinta l’Organizzazione, sarebbe uscita di scena … invece …”.

    “Dai, vieni qui”. Kudo la tirò a sé e la cullò tra le braccia. “Non essere sciocchina, non c’è nulla tra me e Shiho … e mai ci sarà. Sei tu l’unica che amo”.

    “Allora, non avrai alcun problema ad accompagnare me e Sonoko a fare shopping!”

    “Shopping? … Sonoko?”, chiese il giovane allontanando da sé la fidanzata.

    “Sì, perché? Hai qualcosa contro Sonoko?”

    “No … figurati! Sai quanto io l’adori; come andare dal dentista, come una martellata sui …!”

    “Shinichi!!”, replicò con tono scandalizzato Ran.

    “Va bene, va bene! Sai che non ti posso dire di no!” Le diede un bacio tra i capelli, ma il ricordo del sogno di quella mattina riapparve per un attimo lasciandolo turbato e perplesso.



    “E così sarà Shiho ad organizzare la cena?”, chiese la ricca Suzuki mentre scorreva gli abiti della nuova collezione di Fusae.

    “Sì, ma tu che ne sai?”, chiese Ran.

    “Il gruppo Suzuki è da sempre un finanziatore dell’Università; l’anno scorso mio padre ha mandato me in rappresentanza della famiglia ed anche quest’anno dovrò partecipare come membro del gruppo … che te ne pare di questo?”, e così dicendo mostrò all’amica un delizioso abito da sera nero.

    “Non saprei … è bello, ma non mi sembra adatto a te. È il colore che non va, ed è troppo scollato, specialmente sul davanti! Ma poi per quale motivo lo devi comprare?”

    “Ma proprio per questa cena! Non vorrai che Sonoko Suzuki si presenti ad una cena di tale livello con un vestito di due mesi fa!”

    “No, no, non sia mai!”, ridacchiò Ran che poi aggiunse, “ma allora tu sarai lì?”

    “Te l’ho detto! Perché?”

    “In verità … stavo pensando una cosa … e non so se tu …”.

    Sonoko smise di sfogliare gli abiti e la guardò intensamente, poi cominciò a ridacchiare:

    “Scommetto che tu non sarai presente alla cena, per dimostrare che ti fidi del tuo maritino e di Shiho, però vuoi che io osservi, spii e poi ti riferisca sul loro comportamento. Vero?”

    Ran abbassò la testa.

    “Vero?”, ripeté l’amica con sguardo malizioso.

    “Sì, dannazione, sì! … Mi sento un verme!”, rispose stizzita la karateka.

    “Non ti preoccupare, sono o non sono la tua migliore amica? Dimmi solo una parola ed io inizierò ad odiare chiunque ti faccia soffrire!”

    “Non esagerare ora!”

    “Ok, farò come vuoi, non ti preoccupare!”

    “Sei un tesoro!”

    “Allora, avete finito?”

    Kudo apparve dietro di loro con aria annoiatissima e le braccia incrociate dietro la nuca.

    “Non ancora, perché non vai a farti un altro caffè al bar del primo piano?”

    “Ho preso già tre caffè e due pasticcini; siete qui da ore!”

    “Mi dispiace, ma per il ricevimento a casa tua devo essere perfetta; non posso certo sfigurare davanti a Shiho!”

    “Ma perché, ci sarai anche tu?”

    Ovviamente!”

    “O mio Dio!”

    Come, scusa?”

    “Niente, niente; pensavo tra me”.

    “Ecco, bravo, e mentre pensi, vatti a fare un altro giretto. Sono sicura che da qualche parte, in questo enorme centro commerciale, ci sarà un delitto in corso su cui tu possa ficcare il naso per passare il tempo!”

    “Ehi, cosa vorresti insinuare? Primo io non ficco il naso, ma indago per far trionfare la giustizia, e poi non starai sostenendo che i delitti mi seguano come se fossi io a portare sfortuna?”

    “Non ho mai detto questo!”, disse la Suzuki.

    Un urlo in lontananza bloccò la conversazione, si sentivano grida ed un forte brusio, poi qualcuno disse: “c’è stato un omicidio, chiamate la polizia”.

    “Però, i fatti sembrano parlare per me!”, completò la giovane, mentre Shinichi andava a vedere.

    “Che te ne pare di questo?”, disse Ran sospirando e prendendo un abito rosso.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “… e come sempre è sbucata lei, con i capelli arruffati, ed il suo sguardo assonnato. Sembra la padrona di casa, che nervi!”
     
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  14. aihaibara1043
     
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    Rieccomi capo!!
    Allora...l'unicorno geloso, questi sì che mi piace....
    Il capitolo mi è piaciuto come gli altri, ovviamente, Shinichi, ma sei tonno proprio!! Caro, Shiho ti ama, non te ne accorgi?? Si è accorto l'unicorno prima di te!
    Bene, il signor Kudo è cresciuto ma porta ancora sfiga.
    Aspetto il prossimo capitolo!
     
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    Capo eccomi di nuovo qui a commentare!!!
    Che dire la gelosia dell'unic...ehm volevo dire di Ran crea quei piccoli bisticci con Kudo che adoro!
    E poi c'è lei... l'unica ed inimitabile Sonoko Suzuki nata per tormentare Shinichi :asd:!!! Poi Sonoko ha detto quello che tutti noi sappiamo da secoli ormai
    CITAZIONE
    Ecco, bravo, e mentre pensi, vatti a fare un altro giretto. Sono sicura che da qualche parte, in questo enorme centro commerciale, ci sarà un delitto in corso su cui tu possa ficcare il naso per passare il tempo!”

    “Ehi, cosa vorresti insinuare? Primo io non ficco il naso, ma indago per far trionfare la giustizia, e poi non starai sostenendo che i delitti mi seguano come se fossi io a portare sfortuna?”

    “Non ho mai detto questo!”, disse la Suzuki.

    Un urlo in lontananza bloccò la conversazione, si sentivano grida ed un forte brusio, poi qualcuno disse: “c’è stato un omicidio, chiamate la polizia”.

    “Però, i fatti sembrano parlare per me!”, completò la giovane, mentre Shinichi andava a vedere.

    Noo Shinichi tu non porti sfortuna, è solo per la milionesima volta che dovunque tu vada ci sia un omicidio, sai com'è coincidenza :U.U:

    Comunque sia sono davvero curiosa su ciò che accadrà durante il ricevimento!
     
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91 replies since 13/4/2014, 13:07   5665 views
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