Verità del passato

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    Molto bello! :lol:
    Um... le cose si fanno interessanti. .. staremo a vedere :shifty:
     
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    capitolo 20- Dolore nero

    Che cosa siamo disposti a fare pur di proteggere qualcuno? Che cosa siamo disposti a sacrificare per il bene di un'altra persona? Quanto in la siamo disposti a spingerci? Prima di fare qualsiasi scelta ponetevi queste tre domande, non rispondete subito, pensateci bene! Trovate le risposte nel profondo della vostra anima perché poi non vi sarà possibile tornare indietro.

    Le pareti erano sporche e in alcuni punti erano anche bagnate, evidentemente doveva esserci una perdita; negli angoli c'erano delle ragnatele e il pavimento non vedeva un'aspirapolvere da mesi. Nella stanza faceva freddo, non c'era niente con cui riscaldarsi. Era un gelo che ti entrava nelle ossa e nelle vene fino a diventare una parte del tuo corpo. Al centro di quella sporca e fredda stanza c'era una vecchia sedia e legata sopra di essa c'era una ragazzina con i capelli castano chiaro. La ragazza aveva gli occhi chiusi e la testa era appoggiata sulla sua spalla.
    Quando Izabel si svegliò le girava la testa e faticava a vedere; quando tentò di muoversi capì di essere stata legata alle mani con delle manette e ai piedi con una corda. Per quanto si muovesse, non riusciva ad allentare la corda, così tentò di ricordare come era finita lì e in meno di un istante l'immagine di lei che veniva addormentata da Ares le ritornò alla mente.
    In quelle condizioni non poteva fare assolutamente niente, ma si stava preparando psicologicamente per quello che sarebbe venuto dopo: la tortura.
    E per quanto una spia possa esere fisicamente e psicologicamente pronta, non si è mai davvero pronti per affrontare una tortura, perché ogni torturatore è divarso da un altro e sfortunatamente a lei era toccato il peggiore. E se lo conosceva almeno un po', sapeva che entro pochi minuti le avrebbe fatto "visita". Infatti poco dopo il suo torturatore si fece vedere, indossava una tuta nera e con sè aveva due zainetti colmi di attrezzi. Izabel assunse un'aria pensierosa e tentava con tutte le sue forze di non mostrare la sua paura.
    Ares aprì uno degli zainetti e tirò fuori uno specie di guanto il quale però aveva la forma di un pugno, per certi versi era simile ad un guantone per il pugilato, ma era molto più piccolo e lasciava scoperte le dita.
    -Salve giovane spia, dormito bene?- chiese il ragazzo con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra
    -avrei dormito meglio se mi avessi portato in un hotel a 5 stelle- rispose Izabel mantenendo la calma
    -Perché, non ti piace la tua suite personale?- domandò Ares avvicinandosi di più alla ragazza
    -Mi dispiace dirtelo, ma i tuoi gusti in fatto di arredamento sono pessimi, insomma è questo il modo di trattare una povera ragazza indifesa?- chiese lei stuzzicandolo un po'. Il volto di Ares però cambiò, e con uno sguardo colmo d'ira le diede un pugno nello stomaco con quel guanto. All'inizio Izabel si era chiesta come mai proprio quel guanto, ma solo quando percepì il colpo capì che il guanto era imbottito con dei pesi, e con la giusta forza le avrebbe potuto spezzare le costole e qualsiasi altra ossa del corpo. La giovane agente fece uno sforzo enorme per non urlare
    -Ma come nemmeno un grido? Accidenti sei proprio una ragazza tosta. Ma la mia specialità è quella di riuscire a far parlare qualsiasi persona sotto tortura, ma non voglio farti troppo male, perciò... che cosa sai del progetto "Apocalisse" ?- domandò lui, serio in volto.
    Izabel non rispose, si limitò a fissarlo negli occhi
    -Ti ho chiesto cosa sai tu di quel progetto!- urlò Ares visibilmente irritato dalla poca collaborazione mostrata dalla ragazza, dandole poi un pugno nelle costole, Izabel sentì qualcosa spezzarsi e ancora una volta fece uno sfrozo enorme per non urlare. Anche dopo due, tre pugni in pancia e nelle costole, la bocca della ragazza era sigillata ; era proprio in quei momenti che Izabel mostrava tutta la sua forza. Ma Ares era determinato a farla parlare, inoltre voleva vederla soffrire, voleva vederla ricoperta di sangue e voleva sentirla implorare pietà
    - Va bene, visto che non rispondi, ti farò un'altra domanda che volevo farti da un po'... perché quel giorno non mi hai ucciso?- chiese Ares sedendosi difronte alla ragazza. Izabel sapeva perfettamente a cosa stesse facendo riferimento, al giorno in cui lo incontrò per la prima volta, che non fu durante la sparatoria con Miguel, ma fu un paio di anni prima, quando era a Praga per incastrare un trafficante d'armi. Quando fece irruzione nell'appartamento di quel trafficante e lo vide per la prima volta; il trafficante era fuori gioco e lei lo avevo sotto tiro, avrebbe potuto ucciderlo propriò lì, in meno di un secondo, ma mentre mirava alla sua testa pronta per spargli una pallottola nel cervello, incrociò il suo sguardo e qualcosa la colpì, forse fu la profondità di quello sguardo o forse fu quello che vide; in quegli occhi vide una profonda tristezza e solitudine, in quel momento fu debole equel giorno imparò che chi è debole non sopravvive sempre, infatti esitò ed Ares estrasse la sua pistola e la colpì di striscio, se le ricordava ancora le parole che le disse prima di saltare giù dalla finestra, le aveva detto " Chi è debole non merita di vivere, il mondo deve essere governato solo dai più forti e ben presto sarà così... . Quella fu la prima volta che lo vide, ma non fu l'ultima, lo incrociò anche altre volte durante le missioni e una volta avevano persino collaborato , ma ad ogni loro scontro Izabel comprendeva sempre di più che lui godeva quando gli altri soffrivano, ma nei suoi occhi c'ra sempre tristezza
    -perché quel giorno la mia mssione era catturare il trafficante d'armi e non ucciderti- mentì lei fisando il pavimento, in realtà non lo uccise perché in quel momento era debole, ma non lo avrebbe mai ammesso
    -No, mi stai mentendo. Nelle missioni in cui ci siamo scontrati, ho capito che in fondo tu ed io siamo uguali; siamo dei leader nati, desideriamo combattere per i nostri ideali, desideriamo il potere e anche tu godi quando gli altri soffrono, lo so... l'ho letto nei tuoi occhi e perciò so che mi stai mentendo- disse lui avvicinandosi al volto di Izabel per poi accarezzarlo; Izabel tentò di allontanarsi perché solo il suo tocco le faceva ribrezzo, ma non ci riuscì
    -Non riuscirai a vincere- disse l'agente
    -Mai noi abbiamo già vinto- rispose lui con un ghigno - La bomba alla Casa Bianca era solo un test, abbiamo scelto quel luogo perché così FBI e CIA non potranno aiutarvi nella lotta contro l'Organizzazione perché saranno troppo occupati a rintracciare i terroristi, mentre noi potremo infiltrarci nelle guardie del prsidente o negli agenti CIA, perciò sì abbiamo già vinto-
    -Era soo un diversivo. Certo che dovete essere disperati per ricorrere a mezzucci simili- aggiunse Izabel stuzzicandolo, sapeva che in quella situazione era come giocare col fuoco, ma lei era lì proprio per scottarsi.
    -Va bene, visto che vuoi giocare...- disse Ares colpendola sulla mascella. Izabel sputò sangue ma nonostante ciò non gridava, anzi sorrideva. Ares spazientito la slegò per poi ri-legarla ad una rete di metallo che era attaccata al muro; la legò con delle manette e prese dal suo zaino uno strano congegno, era come un telecomando
    -visto che questa bambina cattiva non vuole parlare, devo passare alle magniere foti- e detto questo premette un pulsante e pochi secondi dopo Izabel ricevette una forte scossa elettrica, per non urlare dovette sforzarsi di ridere e disse
    -Che diavolo è, una variante della sedia elettrica?-
    -perché non me lo dici tu?- disse Ares aumentanto di ben tre volte il voltaggio. A quella potente scossa Izabel non ce la fece più e gridò, si sentiva bruciare, il dolore alle costole e alla mascella era diventato più forte e la sua vista si stava sbiadendo sempre di più, le palpebre si stavano facendo sempre più pesanti, prima di chiudere gli occhi sentì qualcosa di caldo colarle sulla guancia: era sangue. Strano, forse Ares l'aveva colpita e lei non aveva nemmeno sentito il colpo, fatto sta che l'unica cosa che vide fu il guanto del ragazzo sporco di sangue scarlatto e poi... più niente, poi solo buio, solo dolore, solo nero.


    Ok lo so che non è granché, ma spero che vi sia piaciuto lo stesso :D
     
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    mhh... che dire... è fott.... ehm è belissimo come racconto. Continualo
     
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    capitolo 21 - La squadra -

    Nei fumetti l'eroe si sacrifica sempre per difendere gli altri. Questo viene definito eroismo. L'eroe per quanto possa soffrire non si arrenderà mai, perchè ha qualcuno da proteggere, finchè il suo spirito sarà puro e forte, il suo corpo potrà sopportare qualsiasi tortura che gli verrà inferta, e alla fine vincerà la battaglia, ma tutto questo basterà a vincere la guerra?

    Urla. Solo urla. Tra quelle pareti le urla della giovane agente si diffondevano velocemente. Nessuno provava a fremare il torturatore, lì dentro c'erano solo nemici che non aspettavano nient'altro che un ordine per poi puntarle una pistola alla tempia e macchiare di rosso scarlatto le pareti della stanza. La spia lo sapeva e resisteva con tutte le sue forze, ma ogni volta le scariche elettriche diventavano sempre più forti, presto o tardi avrebbe perso i sensi di nuovo; doveva impedirlo; e gridava con tutte le sue forze, gridava per dimostare al torturatore che lei era ancora viva, che opponeva resistenza, che stava combattendo. Ma c'era una cosa che la giovane spia non capiva: ad ogni scarica vedeva il volto sorridente di Daniel, lo vedeva mentre le porgeva la mano, mentre mangiava del gelato, mentre la distraeva durante una missione...
    "Perchè... perchè lo sto vedendo ora? pensava Izabel sempre più debole e le sue palpebre sempre più pesanti
    Non ti preoccupare... riposati, ci sono io vicino a te
    Izabel riaprì gli occhi di colpo ... quella era la voce di Daniel! Ma poi guardandosi attorno vide solo Ares che affilava delle lame, evidentemente stava per cambiare tortura. Ma allora da dove veniva la sua voce? Forse se l'era solo immaginata
    - Allora, mia bellissima ospite... ti va di cambiare gioco?- disse Ares avvicinandosi a lei con in mano un pugnale ben affilato. A quella provocazione Izabel non resistette e gli sputò in faccia; sorpreso Ares indietreggiò, si pulì il volto e squadrò la sua prigioniera con occhi di fuoco
    -Lo sai che se una bambina fa la cattiva deve essere punita severamente!- gridò lui affonadando il pugnale nel fiando sinistro della giovane. E allora lei gridò di nuoovo mentre sul suo fianco andava a formarsi una chiazza di sangue sempre più grande

    ***
    - Sono passate sei ore da quando Izabel è sparita, possibile che non riusciamo a capire dove sia finita?!- urlò spazientito l'hacker. In tutto quell'arco di tempo Daniel era diventato sempre più nervoso e irascibile, per poco non prendeva a pugni Heiji che tentava di sdrammatizzare la situazione.
    Sei ore erano tantre, troppe... e tutti i presenti incominciarono a pensare al peggio.
    -Dannazione!- gridò Daniel alzandosi dal divano e chiudendo con forza il suo PC, era evidente che un altro tentativo era andato in fumo.
    -Daniel cerca di restare calmo ,probabilmente ci stiamo preoccupando per nulla- tentò di rassicurarlo Ai
    - Shiho tu non capisci, Izabel non è mai stata irrintracciabile per tutto questo tempo, di solito sono solo due ore e poi tornava con il criminale catturato, ma erano solo due ore... ora ne sono passate sei e lei non è qui!- disse Daniel ricordando come tutte le volte che non riusciva a trovare Izabel, lei tornasse sempre da lui dopo solo due ore.
    Vedendo i volti dei suoi compagni Daniel capì che doveva restare lucido, altrimenti non l'avrebbe mai trovata, prese il cellulare e il Pc e quando disse
    -Vado a prendere una boccata d'aria- Nessuno obiettò. Così dopo pochi minuti era solo e camminava per le strade affollate di quella dannata città
    -Ci serve aiuto- disse Kaito non appena Daniel chiuse la porta
    - Ma dai genio, non l'avevamo capito- disse Heiji leggermente teso; ma prima che tra quei due scoppiasse una lite s'intromise Conan dicendo
    -Io so chi può aiutarci e conoscendola sarà qui entro pochi minuti-

    ***
    -Ho bisogno del tuo aiuto- disse Daniel serio mentre parlava al telefono con il Boss
    -Che cos'è successo? Di solito non mi chiedi aiuto- rispose Atsushi intuendo che la situazione dovesse essere molto seria. Daniel fece un bel respiro e pronunciò quelle parole di cui aveva tanta paura
    - Izabel è stata rapita- Atsushi non rispose, Daniel sentì solo che stava dicendo qualcosa ad Elena con tono preoccupato
    -Stiamo arriavndo- infine disse.
    Daniel chiuse la telefonata senza aggiungere altro. Ripose il cellulare in tasca e tornò all'appartamento.
    Non appena aprì la porta vide tutti i suoi amici seduti sul divando che stavano parlando con una donna un ragazzo. Incuriosito si avvicinò.
    - Come sta il mio hacker preferito?- gli chiese la donna; vedendola il ragazzo si stupì e tutto quello che riuscì a dire fu
    - Jodie, perche sei qui! E perché c'è anche Eisuke!?-
    -E-ehm questa è un'ottima domanda, sei arrivato giusto in tempo, stavo appunto per raccontare tutto ai tuoi amici- disse Jodie facendo segno a Daniel di accomodarsi vicino a Kaito. Dopo che Daniel si fu seduto, l'attenzione era completamente rivolta ai due ospiti
    - Izabel è stata rapita da Ares- iniziò Jodie. A quelle parole il terrore comparve sui volti di tutti - anche se sarebbe meglio dire che si è fatta catturare da Ares. Ora vi spiego, Izabel aveva detto ad Ares di essere a conoscenza di un importante progetto dell'Organizzazione. Ares allora ha deciso con la sua squadra di uccidere tutti i componenti del vostro gruppo e di dimostrarvi che l'Olimpus non scherza affatto. Quell'attentato alla Casa Bianca era solo un diversivo per impedirvi di chiedere aiuto alla CIA e al FBI contro l'Organizzazione. Izabel decise di mettere in atto il suo piano, nessuno di noi conosceva il nascondiglio della squadra di Ares, così lei ha fatto un accordo con Ares, si sarebbe consegnata a lui e gli avrebbe detto tutto quello che sapeva sul progetto, ma in cambio lui non doveva uccidervi. Poco prima dell'incontro Izabel ci ha chiamati dicendo di portare un nano rilevatore GPS e una cimice, abbiamo nascosto i due congegni in un ciondolo e poi lei si è consegnata al nemico per trovare il nascondoglio-
    Quando Jodie ebbe finito di parlare tutti erano sorpresi e confusi, ma Daniel era anche infuriato, come aveva fatto a non notare gli strani comportamenti di Izabel?
    -Agente Jodie, lei mi sta dicendo che quell'idiota si è volontariamente consegnata ad Ares solo per proteggerci e conoscere la posizione esatta del nascondiglio?!- chiese Daniel infuriato
    -Proprio così, ah e prima che tu ce lo chieda, non ti ha detto niente perché sapeva che non avresti approvato, però c'è una cosa strana che non capisco-disse Hondo
    - E quale srebbe quattrocchi- disse Heiji spronandolo a parlare.
    -I due congegni che abbiamo instalato all'nterno della collana ce li aveva dati Izabel in precedenza e ci aveva detto che al momento giusto dovevamo portarli con noi per poiinstallarli, ma che fino ad allora non potevamo attivarli. Dopo "l'incontro" tra Ares e Izabel abbiamo provato ad attivarli, ma non ci siamo riusciti, in oltre poco prima dell'arrivo di Ares Izabel ci ha dato questo biglietto per te, Daniel- finì Hondo. Daniel prese il piccolo biglietto, lo aprì e per la prima volta dopo ore sorrise, sul biglietto c'era scritto
    Mi dispiace di averti fatto preoccupare. I due congegni erano delle tue invenzioni e solo tu puoi attivarli, perciò muoviti... ti sto aspettando per concludere la faccenda. XXX Izabel
    Daniel ripegò il foglietto e se lo mise in tasca, gli altri non fecero domande. Daniel però aveva un bel problema da risolvere, perhcé si rese conto che tra pochi istanti i genitori di Ai sarebbero arrivati e lei non sapeva niente, perciò era meglio rivelare tutto
    - Ehm... vedete ragazzi per tutto questo tempo ho aiutato una persona, diciamo che era una collaborazione. Lui mi ha chiesto di tenerdi d'occhio Ai e io l'ho fatto, tra poco arriverà per darci una mano. Ai , questa persona è...- ma Daniel non riuscì a completare la frase perché il campanello suonò. Heiji andò ad aprire e non appena Ai vide le due persone che erano ferme sull'uscio per poco non svenne, e tutto quello che riuscì a dire fu
    -Papà?-


    Bene eccomi con un nuovo capitolo, vi anticipo però che domenica non potrò aggiornare poiché starò tutto il giorno fuori casa per uno stage. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e Buon Lunedì a tutti :xd:
     
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    Molto bello come sempre!!!^^
    Ne approfitto per dire buon anno a tutti! woot_jump woot_jump
     
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    Dicendo Buon Anno non intendevo dirti di andare in stand-by... :rotfl:
     
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    Volevo scusarmi con tutti per la mia lunga assenza dal forum; ho avuto parecchie cose da fare. Non so se alla mia storia siete ancora interessati, ma ho promesso ad un'amica che avrei finito la storia, perciò rieccomi qua per riprendere da dove ho lasciato :smile:
     
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    Beh, non so chi sia la tua amica ma la ringrazio :asd:
    Bentornata sulla tua ff :xd:

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    Molto bene amici del forum, la mai assenza è finita ed io sono tornata tra di voi per finire di raccontare la mia storia, spero che non l'abbiate dimenticata perciò mettetevi comodi che lo spettacolo riprenderà da dove è stato lasciato....

    capitolo 22 - La famiglia è al completo o quasi...

    Bugie, l'altra faccia della verità. Alcune volte sono necessarie per proteggere chi amiamo, altre volte è solo per far soffrire, altre ancora ci sembrano così sciocche che le diciamo senza alcun problema. Dirle ci sembra semplice.... facile, non richiede alcuno sforzo, la verità invece è terribile, può distruggere quel castello di carte che abbiamo faticosomente costruito in un solo secondo. La verità fa male, devasta tutte le nostre certezze, fa scoprire dei lati del nostro carattere che non vogliamo che gli altri scoprano. La verità è senza dubbio l'arma più potente al mondo, eppure preferisco vivere 100 ore di verità che 100 anni di bugie...


    Un suono. Una parola, una sola parola che non aveva quasi mai pronunciato nel corso della sua vita, oramai pensava di aver dimenticato come si pronunciasse. Era una parola semplice composta da sole due sillabe, i bambini la dicevano in continuazione: per supplicare, per chiedere qualcosa, per parlare un po'; lei non aveva mai avuto queste opportunità ecco perchè quando aveva pronunciato quel nome il suono le era sembrato dolce, carico di affetto familiare, perciò lo ripettè quasi per riassaporarne il suono
    -Papà?-
    Era poco più di un sussurro ma tanto bastò a far scendere le lacrime allo scienziato che le stava davanti, aveva sognato per anni il loro incontro, ogni notte prima di addormentarsi guardava una foto che ritraeva tutta la loro famiglia al completo, rimaneva a guardarla per interi minuti tentando di ricordare il sorriso delle sue bambine e la loro voce ed ora non gli sembrava vero di poter rivederle la sua bambina, di poterla riabbracciare e di poter sentire la sua voce
    - Shiho-
    Fu tutto ciò che riuscì a dire, avrebbe voluto dire qualcos'altro, ma le parole gli morirono in gola. La piccola scienziata dai capelli ramati si alzò lentamente e con passi piccoli e titubanti si avvicinò all'uomo che aveva appena chiamato padre, all'uomo che pensava non avrebbe più rivisto.
    Era come ritrovarsi in un sogno, qunado poi vide anche sua madre affianco ad Atsushi , i suoi passi si fecero più veloci e decise; era come se le altre persone nella stanza non esistessero, c'erano solo loro e questo le basatava. Alla fine abbracciò con forza i due genitori, non dissero nient'altro. L'abbraccio fu intenso, si strinsero forte come se avessero paura di lasciarsi e in effetti era proprio così.
    quando si staccarono sul volto dei tre scienziati iniziarono a cadere delle lacrime, quelle di Ai furono asciugate da un detective dai capelli corvini e gli occhiali.
    Ai lo guardò come a ringraziarlo e lui per tutta risposta la strinse a sè le baciò dolcemente la fronte.
    Si erano commossi tutti a quella riunione di famiglia tanto agognata, eppure c'era uno di loro che nonostante il momento toccante non smetteva di smanettare sul computer.

    - Non vorrei rovinare il momento ma sono passate quasi sette ore e non sappiamo ancore dove sia Izy- disse daniel preoccupato del destino della sua ... amica.
    I volti dei pressenti tornarono a farsi serie guardarono Atsushi ed Elena per chiedere il loro aiuto
    - Molto bene, Dan ti stai già occupando del GPS vero? Perfetto, io e i tuoi amici invece elaboreremo una strategia d'attacco, anche perchè abbiamo appena scoperto l'arma segreta dell'Olympus...-




    Perdonatemi se il capitolo è corto ma giuro che mi farò perdonare e non sparirò.... rimanete sintonizzati!!!! :D
     
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    Molto bello, non ho mai letto in altre ff di un incontro tra Ai e i suoi genitori :clap:
    Anche se non commenterò sempre (ultimamente ho molte cose per la testa), continuerò a leggere e seguire questa fan fiction, che è stata una delle prime che ho iniziato a leggere :smile:
    P.S. Buona Pasqua! :ciao:

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    Grazie mille :cry: :cry: .... anche se credo che il capitolo non sia proprio buono. Non è stato semplice scrivere la scena del loro incontro perchè dovevo immaginarmi cose avrebbe fatto Ai in quel momento .
    Sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto, appena avrò tempo aggiornerò
     
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    capitolo 23 -

    Si dice che il mondo è grande, eppure alcune volte ci sembra tanto piccolo quanto una monetina . Forse è capitato anche a voi di incontrare per strada una persona che non vedevate da tempo e allora pensate che sia una bella coincidenza perchè tra tutte le persone che abitano quella città, tra tutte le strade percorribili, in tutti gli orari possibili, avete incontrato una persona del vostro passato che per voi ha significato molto. Non so se in questo caso si può parlare di coincidenza o caso, ma ci sono persone che lo chiamano destino, come se quell'incontro casuale alla fine non lo fosse affatto. Alcune volte questi incontri sono fondamentali perchè ci ricordano chi siamo stati in passato, gli errori che abbiamo commesso, i momenti di gioia, il dolore e solo così possiamo comprendere che non siamo più quelli di una volta, siamo cresciuti e per quanto tentiamo di tornare indietro o di fermare il tempo ciò che abbiamo vissuto non rimarrà altro che un ricordo custodito gelosamente nella nostra mente...


    Era basta una semplice frase dall'uomo che era appena tornato nel mondo dei vivi per stravolgere il piccolo gruppo disomogeneo composta da spie, hacker, un mago, dei detective e degli scienziati.
    - cosa vuol dire che hai scoperto la loro arma segreta?- chiese Hondo rompendo l'atmosfera che si era creata. Dato che tutti erano ansiasi di scoprire di cosa stesse parlando Atsushi , restarono sull'attenti . Atsushi e Elena si scambiarono un segno e il secondo dopo la madre di Ai collegò una chiavetta USB al computer di Daniel
    -Questi che vedete sono i dati che Daniel e Conan hanno raccolto sull'Organizzazione e l'Olympus, come già saprete hanno preso di mira diversi centri di ricerca- iniziò a spiegare Elena mentre sullo schermo comparvero dei progetti
    - Questi sono gli elementi rubati, dovete sapere che il centro di ricerca dell'Organizzazione è altamente specializzato capace di creare le cose più assurde-
    - Bhè questo lo sapevamo già- disse Heijji osservando Ai
    - Comunque sia, tutto quello che hanno rubato serve a costruire questo...- riprese il padre di Ai mostrando a tutti un progetto in particolare, sembrava piuttosto piccolo, probabilmente se non glielo avesse mostrato, non lo avrebbero nemmeno considerato, sembrava innocuo...
    - Questo piccolo congegno?- domandò sorpreso Kaito
    - Mio caro amico ladro, questo piccolo congegno come lo hai chaimato tu, è il nuovo prototipo per la bomba più devastante tra tutte, persino di quella atomica. Ha le dimensioni di un cestino per il pranzo ma il suo raggio di esplosione può ricoprire circa 20 km , quella che avete visto in Tv era un prototipo, ma non è quets ala cosa più preoccupante...- spiegò lo scienziato.
    A quelle parole calò il silenzio. Tutta la squadra era preoccupata, non solo con quelle dimensioni era praticamente impossibile da trovare, ma nell'esplosione sarebbero morte centinaia di persone, la cosa che però li preoccupava di più era stata quella frase ... più devastante della bomba atomica
    - Questa bomba ha un'altra caratteristica, essa quando esplode rilascia nell'atmosfera dei gas, questi gas sono dei virus letali, immaginate adesso cosa potrebbe succedere se questa bomba venisse attivata, si spargerebbe il caos, le case farmaucetica verrebbero prese d'assalto morirebbero no solo centinaia di persone a causa dell'esplosione, in questo caso stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone- aggiunse cupa e seria Elena Miyano.
    -Non solo, immaginate se vendessero questa bomba alle grandi potenze mondiali e se una di queste decidesse di usarla contro un'altro paese, o peggio se finisse in mano ai terrorristi, sarebbe la fine, ci sarebbe..-
    -Una terza guerra mondiale- finirono in coro il resto del team.
    -Ho sempre pensato che l'Organizzazione fosse pericolosa, ma fino a questo punto...- disse Ai pensando ad alta voce
    -Tesoro c'è un motivo se ci era stato ordinato di creare l'APTX 4869. Il loro intento era quello di creare un virus estremamente potente da usare in quella bomba, le cose non sono andate come desideravamo. Abbiamo pensato che se io e tuo padre avessimo inscenato la nostra morte e avessimo distrutto e nascosto i file relativi al progetto, questa faccenda sarebbe stata chiusa, non avremmo mai potuto immaginare che tu avresti ripreso il progetto.- disse la madre alla figlia.
    Ai abbassò alla testa, a causa del suo progetto, del suo lavoro stavano soffrendo molte persone
    -Mi dispiace mamma-
    -Scusate se interrompo, ma ora il nostro obiettivo è recuperare e distruggere non solo i file relativi alla bomba, ma anche la bomba stessa- disse Kaito sicuro di sè
    -E ovviamente quella di recuperare quella ragazza sconsiderata chiamata Izabel- disse Daniel con sguardo severo ma con un sorrisetto sulle labbra, più tardi Izabel avrebbe etichettato quello sguardo come " Dark Soul Mode".
    -Ovviamente, ci sono novità?- chiese Conan iniziando a preparare i gadget del professor Agasa
    -L'ho trovata, è in una struttura abbandonata vicino il porto- disse Daniel fiero di sè.
    Successivamente tutta la squadra si alzò, ora sapevano cosa tramavano e dove si trovavano, erano pronti : Conan aveva con sè i suoi gadget, Kaito avevao già indossato il suo inconfondibile mantello bianco e Daniel e Jodie caricarono due pistole.
    -Ah quasi dimenticavo...- fece Daniel mostrando 4 valigette, una volta aperte al loro interno c'erano le pistole per i tre scienziati e anche per Eisuke Hondo.
    -Ora sì che va meglio- disse Ai caricando la pistola, a quella vista Conan si appuntò mentalmente di non farla mai arrabbiare.

    ****

    Quando la ragazzina si svegliò si accorse di essere ancora legata a quell'infernale struttura di metallo, l'odore del suo sangue era ovunque, tentò di muoversi ma non appena lo fece provò un dolore lanciante al fianco sinistro e solo allora notò che era coperto di sangue e probabilmente aveva anche qualche costola rotta. Il suo aguzzino non era presente, così aveva un pò di tempo per riflettere su come liberarsi da lì, era più che sicura che Daniel l'aveva già rintraccaita e ora stava vevendo a salvarla, ma se rimaneva lì ancora per un pò probabilmente sarebbe morta.
    progetto Apocalisse eh... col diavolo che riuscirete a portarlo a termine pensò Izabel non appena riuscì ad attivare il suo orologio con i denti.
    Quello di conan lanciava aghetti soporiferi, ma il suo...
     
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  13. Detective_Izabel
     
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    Ciao ho letto le storie molto belle aspetto il seguito!!
     
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    Ciao! Ti ringrazio di aver letto la mia storia e sono felice che ti sia piaciuta :thumb1:
    Purtroppo non so quando ( e se ) l'aggiornerò.
    Forse potrei iniziare una nuova storia, diversa dalla precedente ;)
     
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133 replies since 6/12/2013, 16:20   2865 views
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